Sito archeologico Torre Rossa a Fiumefreddo di Sicilia

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Sito archeologico Torre Rossa a Fiumefreddo

Sopra un terreno leggermente in discesa dov’è presente un agrumeto, si erge il sito archeologico di Torre Rossa, una testimonianza dell’architettura funeraria di epoca romana a carattere turriforme. Pur versando in uno stato di conservazione deficitario, è uno dei pochi monumenti del genere che si trovano in Sicilia.

Storia del luogo

Non si hanno notizie documentate a proposito delle origini e della storia della Torre Rossa anche se per alcuni archeologi la stessa viene citata in un documento normanno relativo alla concessione della vicina chiesa di San Giovanni da parte del vescovo di Messina all’allora Abate.

Si tratta però solo di un’ipotesi dal momento che nel documento di cessione testualmente si parla di un antico edificio conosciuto come a crisiazza che potrebbe anche essere la chiesuola che si trovava vicino al Castello degli Schiavi.

In epoca feudale Torre Rossa è il nome di un feudo e relativo abitato che sono concessi a vari casati nobiliari. Per avere degli effettivi riscontri occorre rifarsi alla menzione di un certo Filoteo degli Omodei che in epoca settecentesca parla di Torrerossa come un’antica torre di mattoni rovinata.

Quel che è certo che fu la descrizione accurata che fece Jean Houel, alla fine del XVIII secolo durante il suo secondo viaggio in Sicilia a Fiumefreddo per misurare l’altezza del vulcano, che accorgendosi della torre scrisse di trovarsi nel luogo anticamente occupato da Naxos e del quale fece diversi disegni tra i quali anche uno della Torre Rossa.

Questa testimonianza, successivamente confermata da scavi che hanno portato alla luce degli ambienti arricchiti da mosaici tipici di una villa romana, mettendo in relazione la tomba con una ricca residenza di un proprietario terriero, ipotizzandolo come un cittadino di Tauromenium.

Architettura ed eventuali opere d'arte presenti

Torre Rossa ha una base parallelepipeda non più regolare a causa di una continua opera di demolizione che ha interessato principalmente la sua parte inferiore e deve il suo nome proprio alla caratterizzazione di essere un parametro murario realizzato con mattoni di terracotta che, nonostante depositi terrosi ed incrostazioni figlie del tempo, ha mantenuto ancora l’originaria patina rossiccia.

La torre è affiorante nel lato che da verso la costa per un’altezza di circa otto metri ma trovandosi allineata con il muretto di terrazzamento che attualmente ospita un canale d’acqua, appare ancor di più interrata sugli altri lati per circa un metro.

Sulla parte a valle, la significativa distruzione dell’originale muratura è parzialmente compensato dall’edificazione, databile al Sei/Settecento di un muro particolarmente grosso che doveva servire a chiudere l’interno utilizzato dai contadini per riporre i loro attrezzi e che abbisognava di un ovvio consolidamento. In questo muro c’è un varco, sicuramente all’epoca provvisto di porta, dal quale si può vedere un vano semi ipogeo.

La parte settentrionale della torre appare regolare, avendo mantenuto ben conservata la sua costruzione e, nella parte inferiore è possibile vedere due gradini che dovrebbero appartenere all’antico piano.

Il sacello funerario è parzialmente chiuso da un muretto che presenta un’ampia breccia e la zona di coronamento denuncia un probabile crollo.

L’esterno evidenzia la precisione con la quale sono stati posati i mattoni e si può notare un certo stile nel ricorrere a degli elementi in cotto che furono alternati per spessore per dare movimento alla struttura. Anche nello zoccolo inferiore, seppur ampiamente rovinato, è possibile osservare l’accuratezza posta in fase di edificazione con l’esecuzione di modanature dove sono stati utilizzati blocchi appositamente smussati.

All’interno si trova un vano quadrato con il pavimento che ha raccolto materiale proveniente da crolli e infiltrazioni e su tre pareti sono presenti delle nicchie rettangolari ad arco che, probabilmente, avevano il compito di ospitare vasi o urne funerarie.
L’ultima parete, priva di incavi, testimonia la presenza di una scala di accesso dove sono presenti ripidi gradini deteriorati dal tempo che sale parallelamente al lato meridionale e coperta da una teoria di voltine scalari.

Attraverso la tecnica di costruzione, si può collocare Torre Rossa tra il II e il III secolo d.C. anche perché dopo tale periodo, la pratica della cremazione fu abbandonata.

Cosa è possibile fare nei dintorni o all'interno del luogo

Molti sono i luoghi dove effettuare delle escursioni nei dintorni a partire dalla vicina Riofreddo in Sicilia, proseguendo per Taormina e Giardini Naxos oppure l’Etna e Catania.

Come è possibile arrivare a destinazione

In Auto:
Dall’autostrada A18 Catania-Messina-Siracusa, o dall’autostrada A20 Palermo-Messina, uscendo dallo svincolo di Fiumefreddo oppure transitando dalla Strada Statale 120.

In Treno:
Da Catania con una percorrenza di 30 minuti circa, da Messina con una percorrenza di 70 minuti circa si arriva a Fiumefreddo con i treni regionali diretti

In Aereo:
Arrivo all’Aeroporto Fontanarossa di Catania, proseguire con i mezzi pubblici (Treno, Bus, Taxi).

© Alessandro Lo Piccolo, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

 

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