Una perla della Sicilia, Scaletta Zanclea

In un Paese che ha circa ottomilatrecento chilometri di coste, non è raro trovare dei borghi marinari che non hanno tradito la loro vocazione.

Uno di questi è Scaletta Zanclea il cui nome deriva dall’arabo ad dargat Sagirah, ossia proprio piccola scala o scaletta.

La prima documentazione che si ha e che si riferisce a questo borgo è datata 1154 nel Libro di Ruggiero. Sicani era il nome dei primi abitanti che scelsero questa località per la fertilità del terreno e per la ricchezza rappresentata dall’acqua.

La storia di Scaletta Zanclea

C’è da sottolineare che nell’ottavo secolo dei navigatori provenienti dalla Calcidia, decisero di fare un presidio nello Stretto di Messina fondando una loro colonia che chiamarono Zancle, ossia falce, per via della configurazione ad arco del tratto di terra che circonda il porto.

Ma il dominio dei calcidesi in quel loro presidio fu spezzato da Anassila tiranno di Reggio che conquistò la colonia cambiandone il nome in Messina.

Il borgo di Scaletta Zanclea tuttavia continuò ad esistere anche se il suo territorio fu ceduto diverse volte e, nel diciassettesimo secolo, fu luogo che vide diversi scontri tra la flotta spagnola e olandese contro quella francese di Luigi XIV.

Fino a inizio Ottocento, il borgo rimase nello status di città feudale e quindi scevra dal dominio del governo centrale in quanto sotto la gestione del Principe Ruffo che fu anche l’ultimo feudatario. Nel 1812, quando venne abolito il concetto di feudalesimo, Scaletta Zanclea si trasformò Comune.

Da non perdere a Scaletta Zanclea

Il caratteristico borgo marinaro regala anche delle preziose testimonianze di un tempo che fu, come il Castello Rufo Ruffo sicuramente databile all’epoca degli Svevi in Sicilia.

Si tratta di una poderosa edificazione a tre piani che domina il territorio dall’alto di una collina che può essere raggiunto solamente guadagnando stradine a gradoni che conducono verso il centro abitato.

Ai tempi di Federico II di Svezia il Castello era di proprietà di un certo Matteo Silvano, un umile soldato che ne divenne custode ma che ebbe la fortuna di trovare un vero tesoro che mutò il suo potere economico ed il suo prestigio, cosa che gli permise di acquistare il maniero e di far studiare il figlio che sposò una ricca nobildonna che gli diede degli eredi attraverso i quali si continuò la stirpe fino al Seicento quando i Ruffo ne divennero i proprietari.

Con sede all’interno del Castello Ruffo si trova il Museo Etnoantropologico di Scaletta che documenta la fondamentale importanza avuto dallo stesso nel difendere Messina durante le battaglie del Duecento, proprio nel periodo Svevo.

Il visitatore potrà esplorare i vari ambienti dove sono raccolte delle collezioni di armature e di armi, insieme a medaglie, oggetti di matrice artigianale e diversi documenti araldici ed iconografici in gran parte appartenuti ai Ruffo, proprietari della fortezza a partire dal Seicento fino agli anni Settanta del secolo scorso allorquando il principe Ruffo ne fece dono al Comune affinché lo utilizzasse come polo di cultura.

Pregiate mete architettoniche, artistiche, archeologiche

Da visitare a Scaletta Zanclea la seicentesca Chiesa di San Nicolò edificata al di sopra di una valle a precipizio dove si intuisce la traccia perimetrale di una cinta muraria con tanto di feritoie costruita a difesa della cittadina. La chiesa presenta tre navate con pilastri.

Bella anche l’ottocentesca chiesa Madonna del Carmelo e la chiesetta della Madonna della Lettera e San Placido risalente al XVII secolo.

Nella vicina Guidomandri Superiore, si può visitare la Chiesa della Santissima Annunziata, dove sono raccolte tele di pregio e una cripta caratterizzata per alcune nicchie nelle pareti laterali dove, secondo una tradizione, i defunti venivano sistemati seduti.

Chi visita il Borgo Marinaro a Scaletta Zanclea non può non rilevare che proprio la pesca sia un elemento fondamentale della locale economia ma, certamente sarà attratto dalle casette dei pescatori che testimoniano il passato marinaro del borgo. Impossibile rimanere indifferenti dinnanzi a piatti a base di pesce preparati nelle locande e ristoranti che si trovano nel centro.

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