Niscemi, storia e origini del borgo siciliano

Nella provincia di Caltanissetta ci sono diverse località turistiche da inserire nel proprio itinerario preferito come Niscemi.

Ricca di monumenti e di luoghi di interesse, Niscemi ha avuto una storia piena di spunti e di vicende straordinarie.

La storia di Niscemi

Niscemi è un comune di 25 mila abitanti ubicato nella provincia di Caltanissetta a circa 330 metri sul livello del mare. Le origini e la storia di Niscemi hanno inizio con i primi insediamenti risalenti all’epoca neolitica, tra il III e il II millennio a.C.

Questa ricostruzione storica è stata possibile grazie alle testimonianze e alle tracce che sono state lasciate dalle numerose tombe a forno scavate nella roccia presenti nella zona periferica di Niscemi. Questi territori sono stati probabilmente abitati da Sicani che vivevano maggiormente in capanne di paglia e si dedicavano solo ed esclusivamente alla caccia e all’agricoltura. Ci sono state altre comunità che si sono alternate nel corso dei secoli fino ad arrivare al V secolo a.C., con il territorio di Niscemi, e più in generale tutta la Sicilia, che viene messo in difficoltà dalle invasioni del popolo cartaginese. Durante questi secoli, ma anche in quelli successivi alla nascita di Gesù Cristo, la comunità non si è mai sviluppata completamente, probabilmente anche in ragione dell’alternanza delle varie dominazioni.

La fondazione e l’arrivo dei Normanni

La storia di Niscemi ha avuto una svolta durante il periodo in cui tutta la Sicilia è stata interessata dalla conquista dei Normanni. In particolare, nell’anno 1143 fu fondata una nuova città a cui venne dato il nome di Nixenum. Si sviluppò soprattutto come feudo rustico ma nel 1324, grazie all’arrivo della famiglia Branciforte, diventò una terra adatta per sviluppare una comunità importante. Nell’anno 1624, Giovanna Branciforte prese possesso di tutta la baronia e chiese licenza per poter costituire una comunità a tutti gli effetti.

Il territorio previde l’inglobamento di quattro feudi con il centro del borgo che fu ubicato nei pressi del bosco di Castellana che peraltro è famoso anche per la leggenda del ritrovamento del quadro della Madonna. Durante il Seicento, ci furono diverse novità per il borgo e nello specifico nel 1640, il principe Branciforte decise di modificare l’assetto urbanistico disegnando una nuova planimetria che prevedeva finalmente la presenza di un’ampia piazza centrale, attorno alla quale si sviluppò la vita sociale e peraltro anche la costruzione della Chiesa Madre. Purtroppo, il borgo costruito venne immediatamente danneggiato nell’anno 1693 dal potente terremoto che colpì tutta la valle di Noto. Venne effettuata una importante opera di ricostruzione che però andò avanti lentamente tant’è che ci sono cronache dell’anno 1838, secondo le quali, il Re Ferdinando II, ebbe modo di lamentarsi dell’amministrazione locale e dello stato delle strade mentre si trovò a passare per Niscemi. Nel 1848 Niscemi prese parte all’insurrezione popolare contro il governo Borbonico e nel 1860 aderì anche alla rivoluzione Garibaldina che poi portò all’unificazione dell’Italia.

Cosa vedere a Niscemi

Sul territorio di Niscemi ci sono diverse architetture ed edifici da visitare come la chiesa di Santa Maria d’Itria che, per l’appunto, è stata ricostruita completamente dopo il terremoto del 1693. Altrettanto bella e suggestiva è la chiesa dell’Addolorata la cui fondazione è risalente all’anno 1750: si caratterizza per una facciata esterna con prospetti settecenteschi in stile barocco. Continuando nella carrellata di edifici religiosi presenti sul territorio della città di Niscemi, non possono che non essere citati anche il santuario Maria Santissima del Bosco, la chiesa di Sant’Antonio da Padova e la Chiesa di San Giuseppe. Per quanto riguarda invece gli edifici civili, particolarmente interessanti solo Palazzo Branciforte che è anche il più antico di tutto il territorio e il Palazzo di Città che oggi è sede della cancelleria comunale.

Come arrivare a Niscemi

Per arrivare a Niscemi partendo da Palermo, è necessario percorrere 196 km per i quali devono essere impiegati circa 170 minuti di viaggio attraversando l’autostrada A19 e la strada E392. Partendo da Caltanissetta, invece, i chilometri da percorrere sono 77 per circa 70 minuti di viaggio attraverso la strada statale 626 e successivamente la strada statale 190.

© Immagine di Gianfranco Di Pietro, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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