Teatro Pietra Rosa Pollina

Una delle civiltà che hanno lasciato maggiori tracce in Sicilia è senza dubbio quella greca: basti pensare ai teatri greci di Siracusa, di Segesta e soprattutto a quello spettacolare di Taormina. Ebbene in un piccolo borgo in provincia di Palermo, Pollina, si trova un teatro che, nonostante non abbia origini greche, ha un aspetto che ricorda chiaramente lo stile ellenico: si tratta del Teatro Pietra Rosa, un luogo che, nonostante non sia antichissimo, regala un'atmosfera magica, complice il panorama che si può ammirare stando seduti sulle sue gradinate.

La storia di Pollina e del Teatro Pietra

La storia del Teatro Pietra Rosa Pollina è legata a quella del borgo in cui sorge: l'opera è stata inaugurata alla fine di giugno dell'anno 1979, mandando in scena La donna di Samo del Menandro. Il teatro è stato progettato dal veneziano Antonio Foscari, il quale si è evidentemente ispirato ai più classici teatri greci, omaggiando le origini leggendarie di Pollina. Si dice infatti che il paese non sia altro che l'antica Apollonia, colonia della Magna Grecia il cui nome era un omaggio ad Apollo, il dio delle arti mediche, dell'intelletto, delle scienze, della musica, della poesia, delle profezie e della luce (era infatti il dio Apollo che guidava il carro del Sole). Apollonia viene citata da Diodoro Siculo, Pirri, Stefano Bizantino e soprattutto Cicerone, che narra di un vascello romano che portava il nome di Apollonia, città situata a due passi da Gangi.
Con l'arrivo degli arabi la città mutò il nome in Abulloniah mentre con i normanni, nel XIII secolo, la cittadina acquisì il nome definitivo di Pollina.

L'architettura del Teatro Pietra Rosa Pollina

Per raggiungere il teatro Pietra Rosa bisogna oltrepassare l'Arco di Sant'Antonio a Pollina e arrivare al Belvedere Pietra Rosa: è nella parte centrale di questa terrazza panoramica che infatti il teatro è stato realizzato. Nonostante il disegno geometrico sia evidentemente moderno (seguendo l'andamento del terreno scosceso), gli elementi tipici del teatro greco ci sono tutti: le gradinate semicircolari convergenti verso la centrale scena del palco, la facilità con cui la gente può affluire e defluire dalla struttura e soprattutto la vista panoramica. Dal Teatro Rosa Pollina il panorama è occupato, nelle giornate più limpide, dai profili di Capo Zafferano, Capo S.Elia, l'Etna e la Rocca di Cefalù.
Il teatro prende il nome dal colore della pietra utilizzata per la sua costruzione e da quella dolomitica sulla quale è stato eretto: al tramonto, proprio come avviene sulle Dolomiti, la luce colora queste pietre di rosa, rendendo l'atmosfera ancora più magica e suggestiva.
L'estate è la stagione che mette in scena maggiormente, presso il Teatro Pietra Rosa, spettacoli teatrali e opere classiche di grande richiamo, soprattutto quelle di Plauto ed Euripide.

Cosa vedere e fare nei dintorni

Una delle cose da vedere nei dintorni del Teatro Pietra Rosa Pollina sorge proprio al di sopra dello stesso: si tratta della Torre di Maurolico, eretta con pianta quadrata come parte dell'antico sistema difensivo messo in atto per arginare le invasioni dei saraceni provenienti dal mare. La Torre prende il nome dallo scienziato Maurolico che, nella metà del '500, ne fece un valido osservatorio astronomico. Passeggiando per le vie di Pollina si incontra la Chiesa dei Santissimi Giovanni e Paolo, all'interno della quale sono conservate pregevoli opere quattrocentesche e cinquecentesche tra le quali la statua in marmo della Madonna delle Grazie e il bellissimo gruppo scultoreo del Gagini raffigurante la Natività.
Raggiungendo la costa di Pollina si può trascorrere qualche ora su spiagge splendide e tranquille, tra le quali la Spiaggia Costa Turchina e quella di Torre Conca.

Come raggiungere il Teatro Pietra Rosa Pollina

Per raggiungere Pollina e il suo Teatro Pietra Rosa, bisogna percorrere la A19 Palermo-Catania o la A20 Messina-Palermo e uscire a Pollina/Castelbuono. Proseguire lungo la SS113 fino ad arrivare al bivio per Pollina.

© Immagine di Carlo Columba, CC BY-SA 2.5 IT, via Wikimedia Commons