Riserva Naturale Integrale Grotta di Santa Ninfa

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  • Paesaggistici

La riserva naturale Grotta di Santa Ninfa sorge tra il comune omonimo e quello di Gibellina, in provincia di Trapani. Si tratta di un'area dal notevole interesse geologico e naturalistico. La zona protetta è situata fra territori del Complesso dei Monti di Santa Ninfa e Gibellina e mette a disposizione un notevole impatto paesaggistico.

Le due zone della Grotta di Santa Ninfa

La riserva naturale Grotta di Santa Ninfa si divide tra due zone ben distinte, denominate A e B. La prima è formata perlopiù da ambienti ipogei propri della Grotta locale, con una cavità di origine carsica che si estende per circa un chilometro e mezzo. La zona B, invece, comprende l'ampia Valle delle Biviere e ha un'estensione di circa 140 acri. Il territorio è suggestivo e si contraddistingue per aspetti geologici molto interessanti, senza dimenticare l'aspetto naturalistico, autentico bacino d'alimentazione della cavità stessa.

La geologia dell'area

La riserva naturale si poggia su un ampio altopiano in gesso. Fin dal 1800, l'area è conosciuta nell'ambiente per la grande diffusione dei fenomeni carsici. Il territorio si estende per oltre 1000 acri e comprende numerose rocce gessose. Si è formato in seguito alla chiusura dello Stretto di Gibilterra, che ha provocato un'evaporazione rapida dei bacini acquei e creato vasti giacimenti salini.

I gessi della Riserva Naturale Grotta di Santa Ninfa

La Grotta di Santa Ninfa presenta vari tipi di gessi, tra i quali i più diffusi sono i selenitici. Questi ultimi hanno una forma di ferro di lancia o coda di rondine e prendono il loro nome di Selene, ossia Luna, perché riflettono la sua luce. È visibile anche il gesso denominato alabastro, molto simile al marmo per luminosità e candore. Importanti sono anche i gessi detritici, che hanno una consistenza sabbiosa e assumono un colore opaco.

La nascita di cavità sotterranee

Nella riserva naturale Grotta di Santa Ninfa, il suolo gessoso favorisce la nascita di processi carsici. Nel frattempo, le acque piovane si introducono mediante canali e microstrutture, originando cavità sotterranee. In superficie, le acque hanno dato una nuova conformazione alle rocce, favorendo un paesaggio dal notevole interesse geomorfologico. Il territorio superficiale è pieno di forme carsiche di varie misure, tra cui spiccano le doline che raccolgono le acque piovane e le fanno confluire nel sottosuolo tramite gli inghiottitoi.

Le caratteristiche della grotta di Santa Ninfa

La riserva naturale Grotta di Santa Ninfa è molto estesa e presenta una notevole ricchezza di concrezioni. Si tratta della cavità più caratteristica dell'altopiano carsico, con estensione di oltre 1400 metri. Il sistema ipogeo è alquanto articolato e la sua conformazione è dovuta ai due chilometri e mezzo del torrente Biviere. La sua corsa termina in superficie, di fronte a un'imponente parete in gesso.

Proprio da queste parti è situato l'inghiottitoio, un salto di oltre 7 metri nel quale le acque del Biviere continuano a dirigersi verso il sottosuolo. Quindi, le acque riemergono in una zona risorgiva. La Grotta di Santa Ninfa si snoda in due sistemi di gallerie sovrapposte, formate da vari cunicoli incisi e sagomati. Le forme sono state incise dalla presenza dell'acqua, che un tempo le riempiva del tutto.

Oggi il ramo superiore è quasi completamente asciutto, nonché ricco di spettacolari formazioni che testimoniano il passaggio delle acque. Esso prevede cupole, meandri, volte e altri accessori che rendono la cavità unica. Il ramo inferiore, invece, presenta un ulteriore scorrimento delle acque. Un paesaggio simile costituisce una lenta e continua erosione con un'evoluzione morfologica degli ambienti ipogei.

Come arrivare alla Riserva Naturale Grotta di Santa Ninfa

Per giungere presso la riserva naturale Grotta di Santa Ninfa, è possibile, in auto, attraversare l'autostrada A29 da Palermo a Mazara del Vallo, per poi uscire presso lo svincolo di Santa Ninfa o Salemi. Quindi, si segue la strada per arrivare al Castello di Rampinzeri. In alternativa, si percorre la SS 624 Palermo-Sciacca e si svolta a Salaparuta, transitando lungo i ruderi locali e giungendo a destinazione.

 

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