Il Museo degli Archi di Pasqua a San Biagio di Platani
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Posizionato su di un dolce declivio degradante verso le vallate, il borgo fu voluto da Don Giovan Battista Berardi nella prima metà del Seicento.
L'agglomerato si formò intorno al Palazzo Ducale e alla bella Chiesa Madre, rispettando un impianto urbanistico dalla forma ortogonale.
Storia degli Archi di Pasqua a San Biagio di Platani
Risale alla metà del XVII secolo la tradizione degli Archi di Pasqua, praticamente quasi dopo la fondazione della cittadina. La celebrazione si rifà al culto della Madonna e di Cristo e pur essendo una suggestiva manifestazione religiosa, ha origine in un paese che all’epoca non raggiungeva i mille abitanti.
Furono due confraternite – la Madunnara e la Signurara – da cui nacque questo rito che si protrae anno dopo anno da allora.
Il fatto che due sono le fazioni presenti a San Biagio di Platani, rende molto sentita questa competizione che termina la notte del sabato che precede la Pasqua quando le confraternite, terminano l’allestimento degli Archi nella zona a loro precedentemente assegnata.
Il giorno di Pasqua vede ufficialmente gli Archi praticamente posizionati e resteranno in essere anche per le settimane a seguire.
Si tratta di artistiche opere costituite da cupole, archi e campanili che vengono disposti lungo tutto Corso Umberto e che, una volta tolti, saranno esposti nel Museo degli Archi di Pasqua a San Biagio di Platani.
Le confraternite utilizzano per preparare i loro Archi, materiale che si trova in natura come canne, salice, alloro, rosmarino, datteri e altro ancora e ogni elemento ha una sua simbologia.
Inutile sottolineare il fatto che gli Archi centrali, sono quelli considerati i più importanti anche perché si rifanno alla storica origine dell’evento e sotto i quali, nel giorno di Pasqua, avverrà l’incontro tra la Madonna e Gesù Risorto.
La scenografia muta anno per anno ma la sua struttura resta invariata ed è formata dall’entrata dalla quale si accede al viale e all’Arco. Solitamente l’entrata rappresenta la facciata di una chiesa, il viale la navata e l’Arco alla fine, l’abside.
Originariamente gli Archi avevano lo scopo, oltre che celebrare la Resurrezione, di nascondere lo stato di indigenza dei cittadini di San Biagio di Platani.
Opere d'arte presenti nel Museo degli Archi di Pasqua a San Biagio di Platani
Il Museo degli Archi di Pasqua a San Biagio di Platani nacque con l’intento di non perdere quanto realizzato ogni anno in merito a questa celebrazione.
Molto caratteristici sono le Nimpe, ossia una sorta di lampadari aventi dimensioni medie e grandi, realizzati in modo artigianale e che fanno parte dell’ornamento degli Archi. Queste sono riccamente decorate con un fantasioso intreccio di datteri, ramoscelli e fiori di ogni genere. Anticamente erano ornate solo con datteri, ceci, granoturco e nocciole ma con il passare del tempo si è voluto arricchire queste composizioni con l’aggiunta di stoffe, vetri, pasta colorata e altri materiali spesso di riciclo.
Cosa è possibile fare nei dintorni del Museo degli Archi di Pasqua a San Biagio di Platani
Oltre il Museo degli Archi, merita di essere visitata la Chiesa Madre intitolata a San Biagio che si trova lungo Corso Umberto, alla fine del quale si trova un belvedere dal quale ammirare il panorama circostante.
Anche la Chiesa del Carmelo, in stile corinzio, dev'essere conosciuta.
Nei dintorni del borgo, oltre all'ambiente naturale che domina la vallata del fiume Platani caratterizzata da canyon scavati nella roccia nel corso dei millenni, si può raggiungere la località della Montagnola dove sono state ritrovate tombe a grotticella dell'età del Bronzo e tombe a forno del periodo eneolitico.
A circa una dozzina di chilometri si trova Aragona dove merita di essere visitato il settecentesco Palazzo Principe Naselli, tipica abitazione nobiliare al cui interno si trovano mirabili affreschi e un’antica pinacoteca contenente diverse preziose opere artistiche.
Come è possibile arrivare al Museo degli Archi di Pasqua a San Biagio di Platani
In auto
da Palermo: prendere la SS Palermo-Agrigento uscendo allo svincolo per Casteltermini ed imboccare la strada per San Biagio per 17 chilometri.
da Catania: prendere la SS Caltanissetta-Agrigento e proseguire sulla Corleonese Agrigentina in direzione di Raffadali e prendere lo svincolo per San Biagio Platani per 25 chilometri.