Grotta di San Teodoro ad Acquedolci

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Nel comune di Acquedolci, in provincia di Messina, ci sono diverse attrazioni turistiche da non perdere tra cui la suggestiva Grotta di San Teodoro. Una bellezza naturale unica nel proprio genere, teatro di una vicenda storica avvenuta intorno all’anno Mille con un gruppo di monaci Basiliani che la scelsero per nascondersi.

Descrizione della Grotta di San Teodoro ad Acquedolci

Nella piccola ma caratteristica comunità di Acquedolci, in provincia di Messina, si possono apprezzare numerose location di interesse turistico tra cui La Grotta di San Teodoro.

Si tratta di una grotta situata nei pressi della parte rocciosa del pizzo Castellaro a circa 140 metri sul livello del mare. È una grotta che si è formata per via di un classico fenomeno carsico che secondo gli studiosi è avvenuto intorno ai 10 milioni di anni fa. Questa grotta è di particolare interesse non solo perché profonda ben 70 m, ma anche per le tantissime notizie che ha permesso di scoprire per i suoi depositi paleontologi e paleontologici. Ha aiutato gli studiosi e gli scienziati nell’avere notizie certe sulle evoluzioni di determinati animali, della flora e tanto altro. Il primo scavo che permise di portare alla luce la grotta è stato effettuato nel 1859 grazie al barone che fu molto bravo nel valutare come al suo interno ci fossero dei depositi risalenti al Paleolitico superiore con tanti resti di animali alcuni dei quali ancora oggi presenti nel mondo come la iena, l'elefante, il cervo, il cinghiale, l'orso e l'asino. Successivamente sono stati effettuati altri scavi fino a quello più recente effettuato nell'anno 2006 permettendo di scoprire ulteriormente la ricchezza di questa parte della Sicilia.

La storia della Grotta di San Teodoro

All'interno della Grotta di San Teodoro sono stati reperiti dei resti di persone per cui è stato possibile ricostruire come intorno a 10 mila anni avanti Cristo, questa parte di Sicilia fosse già abitata.
É stato possibile ricostruire tutto il rituale che veniva effettuato dagli abitanti del luogo quando si procedeva con la deposizione di un defunto. In particolare la salma veniva posizionata sul fianco sinistro o in posizione supina in una fossa di scarsa profondità e ai suoi lati venivano inseriti anche degli animali e degli ornamenti che praticamente avevano caratterizzato i terreni. Sopra al corpo veniva gettato uno strato di terra e un colorante naturale molto famoso e utilizzato dall'uomo sin dall'antichità come l'ocra. Da segnalare che proprio in questa grotta sono stati trovati i resti della donna più antica di tutta la Sicilia alla quale è stato dato il nome di Thea. Aveva circa 30 anni al momento della sua morte ed era alta 164 cm.

Inoltre, c'è anche una vicenda storica legata alla grotta di San Teodoro, in particolare il nome venne dato perché intorno all'anno Mille alcuni monaci Basiliani si rifugiarono al suo interno dopo essere in fuga dalle persecuzioni iconoclaste di cui fu vittima e martire San Teodoro.

Cos’altro vedere ad Acquedolci

La Grotta di San Teodoro è una bellezza naturalistica davvero unica, ma ci sono anche altre location da visitare sul territorio di Acquedolci a partire dalla Chiesa di San Benedetto il Moro realizzata nel 1926 e nella quale sono conservate diverse opere d’arte come i dipinti realizzati da Giorgio Pinna e il mosaico di Marko Ivan Rupnik. Ci sono altre chiese che vale la pena inserire nel proprio itinerario come la chiesa di Sant'Anna e di Sant'Aniceto oppure la chiesa di San Giacomo Maggiore e la chiesa sconsacrata di San Giuseppe alla Torre nei pressi del Castello che è stata realizzata probabilmente intorno al 500.

Come arrivare ad Acquedolci

Il comune di Acquedolci che si affaccia sulla costa tirrenica siciliana verso Est, può essere raggiunto dalle principali città siciliane facilmente.
Chi viene da Messina lo può fare con un percorso di 107 km da coprire in circa 80 minuti di viaggio attraverso l'autostrada A20 e l’E90.
Da Palermo invece i chilometri sono 132 per oltre 100 minuti di viaggio. Bisogna prima percorrere un importante tratto dell'E90 per poi entrare nell’A20.
Come è facile intuire, questo percorso va in direzione opposta rispetto a quello da seguire per chi viene da Messina.

 

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