La leggenda della Madonna di Tindari

Tindari e la Madonna nera, legate da un’antica leggenda, si mormora che in tutte le leggende, c’è un fondo di verità e la leggenda della Madonna di Tindari ha originato la costruzione di un Santuario dedicato alla Madre Celeste.

La cittadina di Tindari si trova in provincia di Messina e dal Santuario posto in posizione panoramica, si gode di una suggestiva vista delle Isole Eolie e non solo. Infatti, essendo quasi a strapiombo sul sottostante mare, è possibile deliziarsi anche con la vista della riserva naturale dei Laghi di Marinello.

Per sapere l’origine del Santuario della Madonna di Tindari addentriamoci nella storia.

Tutto parte da una prima leggenda che narra che un giorno via mare, arrivò una statua bizantina rappresentante la Vergine Maria ma questa era molto insolita dal momento che il volto della Madonna era dipinto di nero e particolarmente allungato.

La storia racconta che la statua proveniente dal mare, proibì la ripartenza di una nave che stazionava nella baia dove si era rifugiata per sfuggire al maltempo e la mancata partenza salvò la nave da un sicuro naufragio che sarebbe stato causato da una tempesta violenta che si manifestò qualche ora dopo. Se non fosse stato per quell’impedimento, i marinai sarebbero scomparsi in mare e, per ringraziare della inattesa grazia ricevuta, questi portarono la statua sulla collina soprastante dove c’era una chiesetta.

Si ipotizza che la statua bizantina era stata portata via dall’Egitto per sfuggire dalla persecuzione iconoclasta che a quel tempo stava dominando quella terra. La statua raffigurante una Madonna dalla pelle nera e avente un singolare volto allungato, difficilmente la si può trovare in altre statue del genere.

Si tratta di una Theotókos Odigitria. ossia una Regina seduta in trono, mentre tiene in grembo il Bambino Gesù con la mano destra sollevata per benedire.
La storia del Santuario è tuttavia legata alla leggenda della Madonna di Tindari, dalla quale nacquero i laghi di Marinello.

Madonna di Tindari: cosa narra la leggenda

Tra le tante leggende legate a narrazioni più o meno fantasiose, il Miracolo della Madonna del Tindari viene riportato da secoli in diverse versioni dove si trovano alcune variazioni sul tema anche se il concetto e i dati essenziali sono pressoché identici. Si dice che da un remoto paesino, giunse al Santuario una donna che portava con se la piccola figlia ammalata gravemente per implorare la Madonna di concederle una grazia per la bambina.

Una volta arrivata davanti a quella statua, la donna vedendo il particolare volto della Madonna, rimase esterrefatta ed inorridita sia per il colore nero della pelle che per la forma del viso particolarmente allungato a dismisura. Questo moto di stupore originò una frase che in dialetto recitava così: Hàju vinutu di luntana via ppi vidiri a una cchiù brutta di mia! Che si può interpretare: sono venuta da molto lontano per vedere una più brutta di me – e proseguiva – per trovare una negra non era necessario fare tanta fatica e fare questo lungo cammino.

La mamma, dopo aver profferito questo, lasciò la chiesa che ospitava la statua sempre con la piccolina in braccio ma, per via di un movimento brusco, questa cadde a terra precipitando lungo il colle nel vuoto senza speranza alcuna di salvarsi dopo un tale volo. Ma proprio quando stava per sbattere a terra, il mare si ritrasse all’improvviso venendo sostituito da un tratto di spiaggia sabbiosa e formando dei piccoli laghetti.

Dei pescatori che stazionavano da quelle parti videro la bambina incolume giocare serena sulla spiaggia e la presero per riportarla a sua madre che, rendendosi conto del miracolo testè ricevuto, corse in chiesa per ringraziare la Madonna di Tindari per la grazie ricevuta.

I laghi di Marinello, visibili ad occhio nudo dallo strapiombo dove fu costruito il Santuario, curiosamente formano una sorta di lingua di spiaggia che apparentemente somiglia ad una donna aventi braccia protese come per accogliere la piccola bambina precipitata.

Madonna di Tindari leggenda: il pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Tindari e la Coda della Volpe

Si tratta di un’antica tradizione quella del pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Tindari molto seguita anche dai Comuni presenti sul territorio come quello di Barcellona Pozzo di Gotto.

Durante il mese di settembre, gruppi di abitanti di Tindari si incamminino verso il Santuario per vivere una significativa esperienza che vede nella preghiera e nel canto degli inni, il principale filo conduttore.

L’itinerario prevede anche il percorso che conduce ad un insidioso sentiero molto tortuoso che si dipana in salita lungo il fianco della montagna e conosciuto come Coda della Volpe, dove occorre camminare in fila indiana.
Il pellegrinaggio è molto sentito dai fedeli ma attira anche turisti provenienti da ogni parte dell’isola.

© Vinceferraro, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons

Condividi

Lascia un commento

 

 / 

Accedi

Invia un messaggio

I miei preferiti