Il pregiato Tombolo di Mirabella Imbaccari

Sono molti i modi per conoscere a fondo un nuovo luogo: non basta infatti fare il giro dei monumenti più belli o assaggiare i piatti tipici.

Sono anche le tradizioni centenarie che, più di ogni altra cosa, narrano la storia di un luogo: si pensi alle ceramiche di Caltagirone, alla lavorazione della pietra lavica a Giarre e al famosissimo Tombolo di Mirabella Imbaccari, considerato uno dei più belli non solo della Sicilia ma di tutto il mondo. Ci sono anche altri borghi che vantano la propria arte del merletto, da Mazara del Vallo ad Aragona, Santa Ninfa e Marsala: quello di Mirabella Imbaccari però si distingue per la complessa lavorazione che si cela dietro, dando vita a vere opere d’arte.

La nascita del Tombolo di Mirabella Imbaccari

La cittadina di Mirabella Imbaccari, è situata all’ombra dei Monti Erei tra Piazza Armerina e Caltagirone, tra noccioleti e verdi colline.

La cittadina è stata fondata da Giuseppe Maria Biscari nel 1610, battezzandolo con il nome dell’amata moglie Eleonora Mirabella. Il termine Imbaccari ha invece un’origine incerta: molto probabilmente si riferisce all’antica città di Imachara, citata da Plinio e da Cicerone.

Mirabella Imbaccari è una cittadina nota per la lavorazione di quelli che sono considerati i merletti tra i più pregiati d’Italia e il merito va ad Angelina Autieri, la baronessa moglie di Ignazio Paternò Castello. L’uomo, dopo essere miracolosamente guarito da una brutta malattia, decide di spogliarsi di tutti i suoi beni e di trasferirsi in un convento di Mirabella Imbaccari con sua moglie. Quest’ultima poi, per aiutare le donne del posto ad emanciparsi e ad avere una propria autonomia economica, istituì nel 1910 l’Opera del Tombolo. Per l’occasione fece arrivare, direttamente da Roma, un gruppetto di suore che facevano parte dell’Ordine di Santa Dorotea, le quali insegnarono l’arte del tombolo alle donne di Mirabella Imbaccari. Queste ultime appresero talmente bene l’arte da perfezionare la lavorazione dei merletti, presentandoli anche a fiere di spicco a livello internazionale e rendendoli una parte fondamentale del patrimonio culturale di Mirabella Imbaccari. Si tratta invero di un merletto leggero e finissimo, con una trama così ricca di riccioli, fiori e rose da non poter non vedere una chiara influenza del barocco siciliano.

Il merletto siciliano più bello e pregiato

Quando si parla di tombolo ci si riferisce non solo al pizzo lavorato ma anche allo strumento utilizzato per la sua realizzazione. Ebbene il merletto di Mirabella Imbaccari è fatto rigorosamente a mano, da parte di artigiane che lavorano con sicurezza, maestria e tanta passione.

Tutto parte solitamente da un disegno, fissato tramite dei fusi a un supporto, solitamente un cuscino, chiamato appunto tombolo.
I cosiddetti punti filza danno il via al lavoro, seguendo alcuni tratti dello stesso disegno: il procedimento, ossia l’intreccio, prosegue attorcigliando abilmente il filo, di cotone oppure di lino, attorno ai fuselli. Per realizzare merletti e pizzi semplici ne bastano pochissimi, mentre servono anche 100 fuselli per completare lavori molto più complessi ed elaborati.

Una volta che il merletto è stato completato può essere utilizzato così com’è, per decorare le superfici di casa, oppure può essere applicato su stoffe per realizzare tovaglie, coperte o tende.
Chiunque voglia scoprire e conoscere ancora meglio l’arte del tombolo di Mirabella Imbaccari, può visitare il “Museo Permanente del Tombolo“. Si tratta di uno spazio museale ben organizzato dove i merletti, alcuni dei quali molto antichi, sono inseriti in aree tematiche: ci sono ad esempio i pizzi legati alla nascita, al matrimonio e alla vita quotidiana.

Mirabella Imbaccari è comunque un borgo che merita di essere visitato non solo per il suo merletto siciliano, ma anche per alcuni luoghi che meritano attenzione. Imperdibile ad esempio una visita al Palazzo Biscari, in stile barocco con eleganti balconi curvilinei in ferro battuto e all’antistante Chiesa della Madonna delle Grazie. Anche l’edifico di culto mostra la sua facciata in barocco siciliano, con tanto di orologio al centro e un campanile con trifora in cima: all’interno della chiesa matrice è possibile ammirare la Trasfigurazione realizzata da Michele Salvo da Gangi e la Crocifissione, attribuita con tutta probabilità al Michelangelo da Gangi.

Chi vuole fare un salto nella tradizione e nell’artigianato locale tipico siciliano, non deve fare altro che viaggiare nel catanese e fermarsi a Mirabella Imbaccari, la culla del merletto siciliano più pregiato.

© Immagine di Rosario Scollo, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

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