Storia di Gravina di Catania: da Piakos al Principato di Gravina

Gravina di Catania fu abitata già dai Siculi durante l’Età Antica, presentandosi come una delle località più storiche della Sicilia. Scoprile leggendo le nostre curiosità.

Quella che oggi puoi conoscere come Gravina di Catania, un tempo era chiamata Piakos, un termine greco la cui etimologia è “campagna”. Il nome originario è stato storpiato più volte nel corso dei secoli, diventando prima Plache e poi Plachi, fino a raggiungere il termine dialettale con cui viene etichettata ancora oggi, ovvero “Prachi”, mentre il nome dei suoi abitanti sono chiamati “i pracaloti”.

Con questo articolo vogliamo fornirti degli aneddoti sulla storia e origini di Gravina di Catania, provando a ricostruire insieme a te alcuni tasselli di questo misterioso puzzle, in quanto la maggior parte delle informazioni sono andate perdute a causa di un incendio che nel 1936 distrusse la quasi totalità delle memorie cittadine custodite all’interno della Chiesa Madre di Sant’Antonio di Padova.

Le origini di Gravina di Catania

La storia di Gravina di Catania inizia nell’Età Antica, quando ancora la Sicilia era popolata da Siculi, Sicani ed Elimi. Furono proprio i Siculi a fondare questa cittadina, attribuendole il nome di Piakos, sebbene i pochi documenti rimasti testimoniano anche un altro nome, Trinakie.

L’antica città divenne ben presto una delle più attrezzati e potenti della Sicilia, tanto da essere attaccata dai Siracusani, nel 440 a.C., per arrestarne la sua espansione e saccheggiarla da ogni suo bene.

Dopo i greci arrivarono anche i romani, che durante l’Impero di Costantino presero il controllo della città per trasformarla in un casale al servizio della vicinissima Catania, restando sotto il suo controllo per lungo tempo.

Il Principato di Gravina di Catania

La strada verso l’indipendenza di Gravina di Catania fu lunga. Il primo passo avvenne alla fine del XIV secolo, che vide il territorio acquistato dal nobile Francesco La Torre per trasformarla nella Baronia delle Plache.

La svolta arrivò dopo il terremoto del 1669 che causò la distruzione della città, acquistata successivamente dalla famiglia nobiliare Gravina. Con loro, la città venne rinominata in Gravina, diventando un principato.

Il Principato di Gravina passò, poi, alla famiglia Valguarnera, gli ultimi principi prima dell’abolizione del feudalesimo, che consentì a questo territorio di diventare un comune indipendente, originariamente chiamato Gravina Plachi per poi, con l’Unità d’Italia, assumere l’attuale toponimo.

Le relazioni tra Gravina e Catania

Devi sapere che all’interno del British Museum di Londra è custodita una Moneta di Bronzo, unica nel suo genere, prodotta dall’antichissima Zecca di Catania intorno al V secolo a.C. La moneta raffigura il Dio Fluviale Amenano, un personaggio spesso ricorrente nelle monete coniate a Catania per diversi secoli.

I numismatici, insieme agli storici che hanno lavorato a questo caso, sono concordi sulla stessa linea di pensiero. Secondo loro, l’antica città di Gravina, che al tempo si chiamava ancora Piakos, aveva particolari interessi con Catania.

A Piakos, infatti, si trovavano vasti territorio adibiti agli uliveti e per la caccia, oltre a tanti corsi d’acqua che rendevano fertile il territorio per le più disparate colture. La storica Gravina di Catania era un importante centro dell’economia agricola siciliana, quindi da preservare per i molteplici interessi che ne ruotavano intorno.

Su Gravina di Catania aleggia un alone di mistero, con chissà quanti segreti ancora da scoprire. Vivere la città è sicuramente il modo migliore per entrare in contatto con una cultura e delle tradizioni che sapranno certamente conquistarti.

Condividi

Lascia un commento

 

 / 

Accedi

Invia un messaggio

I miei preferiti