Storia del paese di Mussomeli

La storia del paese di Mussomeli, provincia di Caltanissetta parte da molto lontano. Ancora oggi il cuore di questo straordinario borgo siciliano, è una caverna suggestiva, la grotta di Chelli, testimonianza di un passato antico e delle sue origini millenarie.

Alla luce dei tanti reperti archeologici rinvenuti, si è ipotizzato che l’area intorno all’attuale centro abitato, fosse sede di un insediamento dei Sicani già nel 1500 a.C.

Successivamente arrivarono i greci e i romani che approfittarono della fertilità del terreno collinare. Nell’830 fu il turno degli arabi, che per tre secoli, dominarono non solo Mussomeli, ma anche tutta l’isola, influenzandone per sempre la cultura e le tradizioni.

Scarse sono, invece, le notizie delle cronache e delle fonti sulla storia di Mussomeli durante il dominio Svevo e Angioino.

Manfredi di Chiaramonte, il padrone del castello

Tommaso Fazello, il grande storico siciliano, nel ‘500, cita dettagliatamente la cessione di Mussomeli, avvenuta nella seconda metà del 1300, dagli Aragonesi a Manfredi di Chiaramonte, Duca di Modica. È l’inizio di un’epopea grandiosa che ha il suo culmine nella costruzione del maestoso Castello che ancora oggi costituisce l’attrattiva principale di Mussomeli.

La costruzione dell’imponente edificio richiese, secondo le narrazioni dell’epoca, solo tre anni (1364-1367). Sull’altura sulla quale fu eretto il castello, sorgeva precedentemente una fortezza sveva e il Duca era rimasto affascinato dalla sua inaccessibilità che la rendeva perfetta dal punto di vista strategico per contrastare eventuali assalti nemici.

La sala dei Baroni

Il Castello fu sede della “Sala dei Baroni“, evento famosissimo della storia del paese di Mussomeli. Il re della Trinacria, Federico III di Aragona morì nel 1377 lasciando il regno nelle mani della figlia minorenne Maria.

I suoi quattro tutori, tra i quali vi era anche Manfredi Chiaramonte, avevano idee contrastanti sullo sposo da scegliere per la regina. Dopo il rapimento della giovane da parte di Martino, principe della casa di Aragona, che la sposò, il Duca di Modica cercò di dimostrare, senza successo, l’illegittimità dell’unione alla nobiltà della Trinacria, riunita appunto nella sala del castello di Mussomeli che, da allora, venne denominata “sala dei Baroni”.

L’avvento degli Aragonesi

Nel 1392, all’avvento della dinastia aragonese con l’incoronazione del re Martino che aveva rapito e poi sposato Maria, figlia di Federico III, Manfredi di Chiaramonte fu privato di tutti i suoi averi, compreso il “castrum Musumelis”, che vennero ceduto ai Moncada, fedelissimi della casa aragonese.

Per Mussomeli quest’ultima cessione segna la fine di un era. Fino all’inizio del 500 si succederanno diverse baronie, dai catalani Moncada e Castellar, alla famiglia Del Campo che dominerà Mussomeli per quattro generazioni.

I Del Campo dominarono il territorio di Mussomeli fino al 1548 quando la famiglia vendette la baronia a Cesare Lanza, noto tristemente per essere il patricida della baronessa di Carini, protagonista della tradizione orale dei cantastorie siciliani.

La dinastia dei Lanza

A metà del ‘500, Mussomeli diventa il dominio della famiglia Lanza che ne manterrà il controllo per trecento anni.

Il barone Cesare Lanza era molto diverso da Manfredi di Chiaramonte. Amante della filosofia era anche un appassionato di scienze occulte e della cabala. Nel 1663 si rese protagonista, a Carini, dell’omicidio della figlia Laura, colpevole di aver macchiato l’onore della famiglia e colta in flagrante adulterio con l’amante.

L’episodio è molto noto nella tradizione siciliana e ha dato vita a canti che hanno attraversato i secoli narrando gli ultimi minuti di vita della sfortunata baronessa.

A Mussomeli, Cesare Lanza lascia il segno della sua grandezza con la costruzione, tra l’altro, dell’importante monastero delle Benedettine e di un grande acquedotto.

La fine dei feudi e l’Unità d’Italia

La famiglia Lanza mantiene la contea di Mussomeli fino al luglio del 1812, quando il parlamento dell’isola, riunitosi a Palazzo dei Normanni a Palermo, abolì il feudalesimo. All’epoca il paese contava già circa 9500 abitanti, quasi quanto la popolazione attuale. A partire da quella data, con l’appropriazione delle terre da parte dei contadini, Mussomeli fa il suo ingresso nell’età moderna.

Le tappe più importanti dell’ottocento nella storia del paese di Mussomeli sono: un primo tentativo di rivolta contro i Borboni nel 1820; un’invasione di cavallette nel 1832; un’epidemia di colera nel 1837 e una nuova sommossa fallita nel 1848 fino ad arrivare all’Unità di Italia e da quel momento in poi la storia di Mussomeli si fonde con quella del resto della Sicilia.

Mussomeli: le origini del nome

Secondo alcuni Mussomeli deriverebbe dall’arabo “Kalà Abet el Mumin”, ovvero “Rocca di Abet el Mumin”. Un’altra versione fa derivare il toponimo da Menzil, in italiano albergo, e Malek, nome di uno sceicco.

Molti studiosi sostengono l’ipotesi di un’origine latina e non araba, facendo risalire il termine Mussomeli da Mons Mellis (montagna del miele). La tradizione narra, invece, che il primo abitante di Mussomeli, costruendo la sua casa si imbatté in un alveare, sporcandosi la bocca (mussu, in dialetto siciliano) con il miele (meli, in dialetto).

© Pcastiglione99, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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