Misteri e leggende a Ragusa

Chi organizza un viaggio in Sicilia, non può non includere una tappa a Ragusa, una delle più belle cittadine dell'isola, situata su uno sperone roccioso a 385 m. di altezza.

Si trova proprio alle falde dei Monti Iblei e presenta ben 18 siti UNESCO, tra palazzi e chiese frutto della ricostruzione della città dopo il terribile terremoto che nel 1693 colpì tutta la Val di Noto.

Ragusa però ha anche un lato meno eclatante e più oscuro, legato ad aneddoti, curiosità e misteriose leggende che non fanno altro che incrementare il fascino di questa cittadina del sud-est della Sicilia.

Ragusa: leggende e racconti mai dimenticati

Una delle leggende più conosciute a Ragusa riguarda la contrada Cento Pozzi, situata lungo la SP che collega Beddio a Piombo. Si narra che due uomini acquistarono un podere: uno dei due possedeva una tabacchiera con dentro dei diavoli pronti a fare per lui qualsiasi lavoro. Un giorno l’uomo affidò la scatoletta al suo compare perché doveva compiere una commissione: il compare, ignaro del contenuto, aprì la scatoletta per prendere del tabacco con cui rilassarsi ma, all’improvviso, i diavoli fuoriuscirono, pronti a compiere per lui qualsiasi lavoro. Per non essere picchiato da questi esseri, l’uomo affidò ai diavoli il compito di scavare 50 pozzi nel podere, poi altri 50 e poi ancora una chiesa appena fuori dal centro di Ragusa. La costruzione dell’edificio li stancò talmente tanto da cadere stremati: l’uomo allora colse l’occasione e li rinchiuse di nuovo nella tabacchiera.

Un’altra leggenda riguarda la famosa Chiesa delle Anime del Purgatorio di Ragusa Ibla, costruita a quanto pare da un prete al posto di un palazzo, abitato da due giovani mandati a morte a causa sua. Si narra che il sacerdote si invaghì di una giovane fanciulla che però respinse l’uomo di chiesa: questo allora si vendicò e nascose nella casa della giovane e di suo marito, una Bibbia protestante, attirando così su di loro le ire della Santa Inquisizione. La morte dei giovani non diede pace al prete che decise di demolire il loro palazzo, tranne la cappella privata: si dice che quest’ultima sia ancora visibile vicino all’altare della chiesa, dedicata quindi proprio alle due anime dei giovani sposini.

Storie di ladri e di tesori

Una delle leggende più conosciute a Ragusa riguarda la nascita della Chiesa del Santissimo Trovato. Si racconta che nel marzo dell’800 un certo argentiere di nome Cassarà, affamato e infreddolito, decise di rubare una pisside dalla Chiesa di Sant’Antonio. Compì il sacrilego atto e, mentre fuggiva, una voce lo invitò a fermarsi ma l’uomo si affrettò a nascondere la pisside nel terreno, per poi ripararsi all’interno della Grotta di Santa Sofia. Tutta la cittadinanza si mise alla ricerca della pisside, trovandola lì dove c’era un lumicino e un cane terrorizzato. Anche Cassarà fu trovato e portato in città tra le urla inferocite dei cittadini: si decise di erigere, sul luogo dove è stata ritrovata la pisside, l’attuale Chiesa del Santissimo Trovato.

Non tutti sanno che la Sicilia è una terra ricca di tesori nascosti: si pensa siano oggetti nascosti in tempi in cui imperversavano pirati da ogni dove. Sono chiamati truvature e possono essere liberi oppure vincolati a particolari formule o riti. Un giorno una bambina sognò uno spirito che la invitava a cercare una truvatura nella Chiesa di S.Maria dei Miracoli, a patto di non dirlo a nessuno. La piccola riferì però tutto al padre e insieme si recarono in chiesa per cercare il tesoro, ma non trovarono nulla perché la bambina non aveva mantenuto il segreto. La Vergine Maria però consolò la piccina e le fece trovare l’icona raffigurante la Madonna Bambina, attorno alla quale fu costruita nel XVII secolo una chiesa dalla curiosa forma ottagonale.

Un’altra storia famosa a Ragusa, simbolo del legame indissolubile di un siciliano con la propria terra, è quella di Murad Aghà, giovane ragusano che nel 1480 fu rapito dai pirati turchi e portato a Costantinopoli. Qui fu evirato e divenne il favorito di Zulima, favorita del sultano Selim I: alla loro morte nel 1521 entrò nell’esercito e divenne un comandante valoroso, il quale celebrò le sue vittorie costruendo una grande moschea in Libia grazie all’aiuto di schiavi siciliani, da lui subito liberati alla conclusione dei lavori.

Se amate i misteri e i racconti ancestrali, organizzate una vacanza a Ragusa e fate un tour tra i luoghi più leggendari della città, tra chiese, pozzi, tesori rubati e ritrovati.

© Immagine di Christopher Down, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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