Merì, la storia e le origini dell’incantevole borgo siciliano

Merì è una piccola ma caratteristica cittadina di soli 2.300 abitanti ubicata in provincia di Messina, ricca di storia e di tradizione.

Le sue origini sono antichissime con vicende che si intrecciano tra leggenda e mito.

Le origini dell’antica città di Merì

Secondo alcune ricostruzioni storiche, le origini della città di Merì sono estremamente antiche se non arcaiche. Infatti sembra che facesse parte dei mitici Campi Milesi in una zona che già all’epoca veniva ammirata e apprezzata per le incredibili bellezze naturali che ovviamente oggi si mischiano in un concentrato di emozioni di leggende e di storia. Si può godere di un paesaggio unico nel suo genere in una vallata che si estende tra due colline e una costa che si avvicina all’orizzonte con il mare blu siciliano.

Si può scrutare la bellezza del mare di Ponente che quasi diventa un tutt’uno con il cielo azzurro nella parte destra del promontorio della città di Milazzo. Sul fianco sinistro invece del territorio di Merì si trova la città di Tindari sullo sfondo le magnifiche Isole Eolie che sanno regalare scorci suggestivi. Da queste meraviglie arriva il nome di Merì che deriva dal latino Mirii e per la precisione dal plurale Mirus che letteralmente significa straordinario e meraviglioso. Il riferimento era ovviamente alla bellezza del territorio che offre emozioni straordinarie ancora oggi da poter cogliere.

Uno sviluppo originariamente solo collinare

In origine il territorio di Merì era soltanto collinare, per cui è comprensibile come i primi abitanti ebbero da esclamare che meraviglia e bellezza da cui si arrivò a nominare la zona Mirii.

Sono soprattutto i tramonti e le ore delle aurore a emozionare i viaggiatori e i cittadini con degli scorci che non trovano eguali. In alcuni momenti dell’anno si può apprezzare in lontananza la maestosità dell’isola di Vulcano e a volte anche dell’imperiosa Stromboli.

Per quanto riguarda la storia documentata, ci sono diversi ruderi e strutture che raccontano di un’epoca in cui il feudo cittadino ebbe grande lustro durante la dominazione Normanna in Sicilia tra il XI e XII secolo. Un momento straordinario che comportò uno sviluppo ingegneristico, sociale e culturale gettando le basi per far diventare l’intera Sicilia ciò che è oggi, una terra meravigliosa ricca di tante influenze culturali.

Altre versioni storiche

Da un lato c’è una certa convergenza nel ritenere che le origini di questa terra siano risalenti all’epoca della colonizzazione greca della Sicilia e di tutta la parte meridionale dell’Italia, dall’altro ci sono delle piccole diversificazioni sul tema. Sono state riportate di generazione in generazione numerose leggende e storie purtroppo mai documentate mentre le prime evidenze che trovano riscontro dal punto di vista storico riguardano principalmente il periodo Normanno durante il quale venne di fatto istituito l’allora Feudo delle Mirii.

Così come avvenne per gran parte della Sicilia, anche in questo territorio si iniziarono a costruire i primi palazzi e le prime fortezze per potersi difendere da eventuali attacchi da parte di eserciti nemici. Verso i primi anni del quattordicesimo secolo, gran parte del Feudo era di proprietà di un nobile messinese, Urco di Grifalco, barone di Rayneri e Merii, il quale decise di donare l’intero Feudo a sua figlia come dote nell’ambito di un matrimonio con Giovanni Andrea di Patti che divenne anche signora di Belvedere.

Nei secoli successivi il Feudo venne ceduto ad altre nobili casate e famiglie del territorio siciliano come la famiglia Sacco e quindi a partire dal 1462 passò alla dinastia dei Rizzo. Tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento proprio grazie alla visione di quest’ultima famiglia in particolare all’ultimo esponente, il Barone Don Visconte si intraprese un processo di costruzione del vero paese di Merì, così come lo possiamo apprezzare oggi. Infatti, prima in questo territorio c’erano pochissime case coloniche, qualche monastero e un paio di attività dedite alla lavorazione della seta. La storia è poi proseguita nei secoli successivi rimanendo sempre un Feudo fino a che nel 1812 con l’abolizione del feudalesimo, Merì divenne una cittadina a tutti gli effetti con tanto di autonomia politica. Tra l’altro la storia è anche caratterizzata da un tentativo nell’anno 1877 dell’allora sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto di annettere il comune di Merì al proprio, senza tuttavia riuscirci.

Merì è un piccolo ma caratteristico borgo le cui origini risalgono all’età ellenistica greca con i navigatori ellenici che approdarono in Sicilia colonizzando il territorio e dando vita ai primi insediamenti. Una zona meravigliosa e ricca di spunti per gli appassionati di storia, arte e natura.

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