Parco Archeologico Monte Jato a San Cipirello

La Sicilia reca sul suo territorio una notevole quantità di memorie storiche, incastonate in una cornice paesaggistica spettacolare fatta di spiagge, aspre valli e monti. I tanti popoli che hanno dominato in Sicilia nel corso dei secoli hanno lasciato resti monumentali della loro presenza: basti pensare ai siti archeologici di Selinunte, alla Valle dei Templi di Agrigento, al teatro greco di Taormina e al Parco Archeologico Monte Jato, a due passi da Palermo.

Parco Archeologico Monte Jato: cenni storici

I resti dell'antica città di Jato sorgono sull'omonimo monte a un'altezza di 852 m. e il territorio ha visto la presenza degli antichi sicani ed elimi sin dal primo millennio a.C..
La città vera e propria venne eretta tra il VI e il V a.C. dai greci, i quali diedero subito la loro impronta al nucleo abitativo con tanto di strada centrale lastricata che procedeva da oriente a occidente, il teatro panoramico e un agorà, ossia il cuore politico e pubblico della città.
Arrivarono poi i cartaginesi, i quali vennero cacciati dai romani in seguito alla Prima Guerra Punica: con i Romani, Jato divenne un florido centro tributario, citato anche da Plinio il Vecchio e Cicerone. In questo periodo la città avviò intensi commerci con gli altri popoli del Mediterraneo, come dimostrano le anfore e eleganti ceramiche qui rinvenute.
Con l'arrivo dei vandali nel V d.C. e dei bizantini, Jato subì un lento decadimento fino al periodo arabo-normanno durante il quale la città rifiorì, tanto che il viaggiatore arabo Idrisi parla addirittura della presenza di un Castello a Jato. La rivolta contro gli Svevi da parte degli arabi portò Federico II a distruggere la città nel 1246 e da allora il centro fu abbandonato.
I primi scavi nel Parco Archeologico Monte Jato furono avviati nel 1971 da Peter Isler, professore universitario in Svizzera.

Resti architettonici e artistici nel Parco Archeologico Monte Jato

Nonostante oggi l'area archeologica è composta solo da vestigia, non è difficile immaginare come doveva essere l'antica città di Jato in passato.
Si scorgono facilmente la strada lastricata, i resti dell'agorà di epoca greca, in passato circondata da un porticato e soprattutto quelli del teatro greco risalente al VI a.C.: delle 35 gradinate ne restano solo tre ma i leoni che ne decoravano la cavea sono ancora oggi esposti nell'Antiquarium presente a due passi dal sito archeologico. In questo museo civico sono custoditi anche tutti i reperti rinvenuti in loco (lucerne in terracotta, capitelli, vasellame, anfore).
Intorno all'agorà sorgevano una serie di templi e santuari, tra i quali il Tempio di Afrodite, eretto sui resti di un'abitazione indigena nel 550 a.C..
Le case a Jato erano quasi tutte peristilio, con tanto di cortile interno cinto da colonnati e perfino con una cisterna privata.

Cosa vedere nei dintorni

Nei dintorni del Parco Archeologico Monte Jato si può visitare il vicino Santuario dei Santi Cosmo e Damiano, nato probabilmente su iniziativa dei monaci basiliani e frequentato, secondo la tradizione cristiana, dagli stessi Santi nel corso della loro vita da pellegrini. La chiesetta è stata scavata nella roccia e sono ancora presenti i resti di un affresco settecentesco raffigurante Tobia e l'angelo. Raggiungendo invece il borgo di San Cipirello, si consiglia di visitare la Chiesa di Maria Santissima Immacolata, la cui facciata è spiccatamente neoromanica: gli interni sono illuminati da vetrate colorate e spicca l'altare del presbiterio costruito in bianca pietra di Comiso.
Tutto intorno invece spuntano ovunque masserie fortificate e mulini ad acqua, grazie alla presenza di numerose sorgenti d'acqua sul Monte Jato.

Come arrivare al Parco Archeologico Monte Jato

Per raggiungere l'area archeologica in auto bisogna partire da Palermo, distante circa 30 km e percorrere la SP624 in direzione Sciacca, per poi uscire a San Cipirello. Proseguire lungo la SP102-bis seguendo le indicazioni alla volta del parco.

© Immagine di Iaitas, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons