L’Isola delle Femmine: un nome carico di storia e di leggende

A poco più di 19 Km da Palermo si trova uno dei borghi più pittoreschi della Sicilia: si tratta di Isola delle Femmine, un antico villaggio di pescatori situato proprio all'ombra del Pizzo Mollica che, nonostante la sua struggente bellezza, è ancora lontano dalle più frequentate rotte turistiche.

È incastonato tra due riserve naturali e la splendida Baia di Carini, con poco più a largo l’omonima Isola delle Femmine, che tante storie e misteriose leggende accompagnano sin dalla notte dei tempi.

Perché l’Isola delle Femmine si chiama così? La vera storia

Il nome Isola delle Femmine ha sempre destato interesse, alimentando tante storie, alcune fantasiose e altre supportate da documenti storici.

Si crede che in passato il nome del borgo era Insula Fimi, derivante da Isola di Sant’Eufemio, dal nome del generale bizantino, Eufemio di Messina, che per un po’ di tempo governò su tutta l’isola della Sicilia. C’è chi invece riconduce la parola fimi all’arabo fim che invece fa riferimento allo stretto di mare che separa il borgo dall’isoletta: nel corso dei secoli Fimi si è trasformato nel termine siculo fimmine e poi in quello italianizzato femmine. Anche in un documento del 1176 si parla di Isola di Fimi, in riferimento a quella porzione di terra situata all’imboccatura di un’insenatura nella Baia di Carini, che arriva fino a Punta Raisi.
Se questa è la spiegazione storica, molte sono le leggende legate alle origini del nome Isola delle Femmine: si dice ad esempio che il motivo è legato alla presenza di una prigione adibita solamente alle donne. In realtà la torre effettivamente presente sull’Isola delle Femmine nacque nel XVI secolo come semplice torre di avvistamento, a pianta quadrata, con lo scopo di avvistare per tempo le navi nemiche. È stata progettata da Camillo Camilliani, lo stesso che realizzò la splendida Fontana Pretoria di Palermo e faceva parte della rete di torri costiere, assieme alla Torre di Terra: quest’ultima, ben più antica e riconducibile a Martino di Aragona, sorge nel cuore di Isola delle Femmine, sulla terraferma, a difesa di una tonnara.
Una lettera di Plinio il Giovane, indirizzata nel 62 d.C. a Traiano, parla di questa isola come di un luogo popolato da fanciulle bellissime, le quali si offrivano facilmente ai soldati come premi per le loro battaglie vinte.

L’Isola delle femmine e le sue leggende

Una delle leggende legate all’Isola delle Femmine narra di un gruppo di 13 donne di origine turca che, a causa delle gravi colpe a loro attribuite, furono imbarcate dai loro parenti su una barca prive di nocchieri. La nave si ritrovò così in balia delle correnti e dei venti, fino a quando una tempesta non la fece arenare su un isolotto nel cuore della Baia di Carini. Le donne vi sbarcarono e vissero sole per 7 lunghi anni fino a quando i loro parenti, gli stessi che le hanno condannate all’ignoto tempo prima, si pentirono e partirono alla loro ricerca. Le trovarono e tutti insieme battezzarono quel pezzo di terra in mezzo al mare Isola delle Femmine: inoltre fondarono una nuova città e la chiamarono Capaci (da ca paci, ovvero qui la pace, in memoria della loro riconciliazione).
Un’altra leggenda, ben più triste, è legata all’Isola delle Femmine e tira in ballo il Conte di Capaci: si narra che l’uomo si fosse perdutamente innamorato di una donna bellissima che però non ricambiava il suo sentimento. Accecato dalla gelosia e ferito nell’orgoglio, il conte decise di rinchiudere la donna nella torre presente sull’Isola delle Femmine: qui la fanciulla ormai disperata, decise di suicidarsi gettandosi sugli scogli. Era quella una fredda notte di maestrale e si narra che nel corso delle sere sferzate dai venti provenienti da nord-ovest, si possano ancora udire i lamenti strazianti della donna.

Chiunque si rechi sull’isola per visitare la torre di avvistamento, avrà l’occasione di scorgere molte specie di uccelli migratori, tra cui cormorani, falchi pellegrini, aironi cinerini e poiane: non a caso l’Isola delle Femmine è stata dichiarata Riserva Naturale gestita dall’ente LIPU.
Vale la pena visitare il borgo omonimo, con il pittoresco porticciolo e il Santuario della Madonna delle Grazie, ma soprattutto raggiungere le spiagge circostanti, dove praticare sport acquatici o fare emozionanti immersioni alla scoperta dei vivaci fondali della baia, tra posidonia oceanica, coralli rosseggianti, grotte sottomarine e antichi relitti.

Volate in Sicilia e immergetevi nell’atmosfera suggestiva dell’Isola delle Femmine, tra luoghi storici che riecheggiano di leggende mai dimenticate.

© Immagine di gigi agostino from Palermo, Italia, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

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