La lingua galloitalica di San Fratello: origini e attualità

San Fratello è un comune di circa 4000 abitanti che si trova sui monti Nebrodi nella ridente provincia di Messina.

Una zona della Sicilia particolarmente importante perché nella cittadina sono nati i nonni di Al Pacino, la famiglia di Craxi nonché il famoso San Benedetto il Moro. Pochi però sanno che a San Fratello si parlava, e lo si fa ancora oggi, la cosiddetta lingua galloitalica.

San Fratello: la Sicilia lombarda

Spesso si enfatizza il concetto di come l’Italia nel corso dell’Ottocento e probabilmente ancora oggi, sia spezzata in due non tanto per una questione economica quanto culturale perché secondo molti studiosi il Regno delle Due Sicilie e di Napoli non ha nulla a che fare con il nord Lombardo.

San Fratello in provincia di Messina dimostra proprio il contrario. Un filologo vissuto nel corso dell’Ottocento di nome Lionardo Vigo ha raccontato come in queste zone siciliane si parlasse il gallo Italico ossia una lingua definita “inintellegibile più della Favella di Satanasso”. Non a caso all’ingresso del paese viene ricordato come la lingua sia Gallo italica. Una tradizione che si è pensato di rinverdire attraverso la legge regionale emanata nel 2011 per valorizzare il patrimonio linguistico di queste zone anche se gli strumenti specifici per la loro promozione non sono stati ancora previsti.

Il racconto del postino di San Fratello

Raffaele Trimarchi è il postino del paese che ogni giorno deve coprire un percorso di circa 60 km di distanza per arrivare dalla propria casa. Quando è arrivato per la prima volta a San Fratello non aveva alcuna idea che in questa zona ci potesse essere un dialetto così particolare dal chiaro suono settentrionale. Tuttavia, non ci si deve stupire perché gli storici ricordano come la comunità di San Fratello sia la più alta espressione della cosiddetta Sicilia Lombarda. Una torta di territorio che ha delle influenze settentrionali e del quale fanno parte 14 comuni presenti non sono in provincia di Messina, ma anche di Enna.

La particolarità di queste zone è per l’appunto che ci sono tantissime persone che ancora oggi parlano la lingua Gallo Italica per effetto di una migrazione avvenuta tra l’undicesimo e il tredicesimo secolo ossia durante il dominio dei Normanni. Fu una scelta non tanto di opportunità lavorativa e di vita quanto di netto contrasto da parte dei Normanni alla presenza araba nell’isola che era molto ampia per quanto riguarda i civili. Questo processo voluto dal punto di vista politico diede origine all’idioma galloitalico che era originario della Lombardia e di alcune zone delle attuali regioni del Piemonte, della Liguria e dell’Emilia Romagna.

La frana del 1922 a San Fratello

La storia di San Fratello è scandita da influenze culturali che arrivano da popoli lontani ma anche e soprattutto da situazioni catastrofiche come la frana che nel 1922 comportò non poche problematiche. La frana ebbe delle ricadute dal punto di vista sociale ed economico con tantissime persone che decise di fare una scelta di vita lasciando per sempre questi luoghi e andando a vivere in altre zone della Sicilia oppure del resto d’Italia.

Dunque c’erano sempre meno persone che parlavano il dialetto Gallo Italico ma dall’altra parte ci fu un rafforzamento per quanto riguarda il senso di unione tra i veri cittadini di San Fratello.

Uno storico del territorio di nome Giuseppe Foti ha raccontato come all’epoca rimasero nel paese soltanto i cittadini più poveri che non potevano permettersi trasferimento e che già parlavano Il gallo Italico. Questo fatto è stato importante perché ha permesso di preservare nei decenni le caratteristiche del dialetto senza le possibili influenze di persone più agiate e facoltose che potevano cambiarlo in parte.

Ci sono diverse persone di origini del territorio ma trasferite in zone del nord Italia convinte che questa lingua fosse meridionale perchè l’avevano sentita solo a San Fratello. Tuttavia, analizzando meglio le caratteristiche dell’idioma, si possono apprezzare tanti elementi che riportano alla lingua celtica con francesismi in aggiunta di alcune parole siciliane.

Oggi la situazione a San Fratello e in altre zone che si parla il gallo Italico è di progressivo abbandono anche in ragione di un fenomeno di spopolamento per cui ci si sta interrogando sulle possibili forme di tutela di questo dialetto che secondo una ricerca, conta circa 60 mila persone che lo parlano seppur in maniera non continuativa.

Simoninter at Italian Wikipedia, Public domain, via Wikimedia Commons

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