La Storia di Valguarnera Caropepe

Valguarnera Caropepe, piccolo paese sulle pendici dei Monti Erei in provincia di Enna, ha una storia capace di attrarre tutti gli appassionati del genere e non solo.

Conoscere le sue origini è come sfogliare un libro che ci parla di Medioevo anche se, probabilmente il primo insediamento lo si deve agli Arabi.

Le origini di Valguarnera Caropepe

Le prime documentazioni ufficiali a proposito di Valguarnera Caropepe risalgono alla fine del XIII secolo quando si citava il feudo di Caropipi che null’altro era, che un casale di proprietà di un certo Lamberto di Carupipi dal quale deriva il nome.

L’agglomerato, sviluppatosi successivamente in borgo, passò prima nelle mani di Ludovico di Pamplona per poi giungere – dopo altri passaggi di mano – a Vitale e Tommaso Valguarnera.

Fu l’imperatore Carlo V, a metà del Cinquecento, a concedere l’autorizzazione a Giovanni Valguarnera, conte di Assoro, per ingrandire il borgo sviluppando di questo modo il feudo.

Durante il XIX secolo, grazie alla richiesta di zolfo, Valguarnera Caropepe triplicò il numero dei suoi abitanti toccando quasi le quindicimila unità in quanto il territorio circostante presentava la ricca miniera di Floristella dalla quale veniva estratto almeno il 10% del minerale prodotto in Sicilia, nonché varie fabbriche di laterizi.

Abbiamo accennato alla documentazione che certifica l’esistenza del primo casale sul territorio ma occorre tenere presente che, nelle sue vicinanze, ci sono dei paesini – Cyrepicum e Caripa – di certa origine ellenica che potrebbero essere stati forieri dell’origine della denominazione Caropepe anche se, una teoria non accertata scientificamente, riporta questo nome agli Arabi.

Tuttavia, come gran parte del territorio siciliano, anche nelle vicinanze di Valguarnera si trovano testimonianze delle tante civiltà che si sono succedute nel dominio dell’isola come quella fenicia, greca, cartaginese, romana e araba.

Infatti nell’area della contrada Marcato, sono emersi alla luce dei resti che riconducono ad un agglomerato risalente al IV secolo a.C. così come, uno scheletro umano datato alla tarda età del rame e dei reperti di ceramica della prima età del bronzo, dovrebbero permettere una riscrittura a proposito delle origini di Valguarnera Caropepe.

Cosa vedere a Valguarnera Caropepe e nei dintorni

Posizionata sulla valle del Dittaino e incorniciata da scenografiche colline, Valguarnera Caropepe offre stimolanti destinazioni da visitare dal momento che il paesino è denso di edifici religiosi ricchi di opere d’arte.

A Contrada Vitale, si trova un monolito, unico in tutta la Sicilia, databile all’VIII secolo a.C. e testimonianza dell’epoca mesolitica.

Sicuramente l’abitato di Valguarnera Caropepe era protetto da una poderosa opera di fortificazione che arrivava fino alla parte superiore del paese, come si evince da alcuni resti visibili al giorno d’oggi che sono stati inglobati nelle chiese di Sant’Anna e di Sant’Antonio che li hanno trasformati in campanili.

Nel centro storico, che conserva un tessuto urbano su base ortogonale che tradisce l’origine medioevale, si trova un edificio che ospita la Casa Museo Caripa. La finalità di questo museo è quella di raccontare quella che è stata la vita domestica di un intero secolo ad iniziare dalla fine dell’Ottocento per terminare a quella del Novecento in modo da tramandare la nostra identità. L’intera casa articolata su tre livelli, permette di fare un duplice salto all’indietro in quanto tutto il suo arredamento e i complementi che lo accompagnano, sono pezzi originali risalenti proprio al XIX e XX secolo e, come nel caso del frigorifero a muro – alimentato da una condotta d’aria che viene dall’esterno – ancora perfettamente funzionanti.

Da visitare anche la seicentesca Chiesa Madre dedicata al Patrono San Cristofero, costruita sul modello della Cattedrale di Catania e, al cui interno, trovano spazio immagini sacre e tele raffiguranti diversi Santi.

Interessante anche la Chiesa di San Francesco di Paola che si trova nella parte superiore di Valguarnera Caropepe caratterizzata da ornamenti in oro zecchino che pare essere stata costruita sopra ad un preesistente santuario dedicato alla dea Demetra. Nella parte absidale della chiesa è stata inglobata una torre di avvistamento di origine medioevale.

Da non perdere, vicino il monte Rossomanno, il sito archeologico riportato alla luce e che fa parte della Riserva Naturale Orientata.

© Immagine di The original uploader was Melo81 at Italian Wikipedia., CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Condividi

Lascia un commento

 

 / 

Accedi

Invia un messaggio

I miei preferiti