Suor Maria Nazarena Majone di Graniti

La Venerabile Suor Maria Nazarena Majone di Graniti, provincia di Messina, è stata la cofondatrice, insieme a Sant'Annibale Maria di Francia, della congregazione monastica delle Figlie del Divino Zelo.

L’ordine ha sedi sparse in ogni angolo del mondo. È molto attivo in Australia e, soprattutto, in India dove si occupa di bambini e senza tetto.

L’opera e l’insegnamento della suora siciliana hanno avuto e hanno tuttora moltissimi seguaci e sono stati d’ispirazione per diverse giovani donne che, seguendo le sue orme, si sono dedicate all’assistenza di orfani e poveri.

Suor Maria Nazarena Majone a Graniti, dove è possibile visitare la casa natale, è ricordata con affetto e profonda devozione dai suoi concittadini.

Suor Maria Nazarena Majone di Graniti, l’infanzia

Maria Majone, ultima di sei figli di una famiglia povera e dignitosa, nacque il 21 giugno 1869 a Graniti, provincia di Messina, figlia di Marta Falcone e Bruno Majone. Appena compiuti undici anni, la morte dell’amato padre le sconvolge l’infanzia. Le condizioni di indigenza costringono lei e i suoi fratelli e sorelle a lavorare per contribuire al sostentamento della loro sfortunata famiglia.

Maria, con un’abnegazione inusuale per la sua giovane età, non si lamenta e rinuncia di buon grado alla spensieratezza dei giochi di bambina pur di essere di supporto ai suoi cari.

L’inizio del percorso monastico di Suor Maria Nazarena Majone

Ragazza di appena vent’anni decide di prendere i voti monastici. La sua vocazione innata si accentua quando Maria conosce a Messina le Poverelle del Cuore di Gesù, piccola congregazione fondata da un diacono, che divenne poi Sant’Annibale Maria di Francia, impegnato nella difficile opera e missione di risanamento del disastrato, materialmente e spiritualmente, quartiere di Avignone.

In realtà, destinata a prendere i voti e a indossare l’abito monastico, doveva essere una delle sorelle maggiori di Maria. La forte vocazione della giovane cambiò i piani della sorella che rinunciò a diventare suora rimanendo in famiglia e consentendo a Maria di seguire la sua compassionevole inclinazione.

Il prete pazzo di Avignone

Annibale era stato il giovane rampollo di una famiglia della alta nobiltà della città di Messina. Sin da giovanissimo, appena diciottenne, intraprese la vita religiosa devolvendo, tra l’altro, come San Francesco d’Assisi, i suoi averi a poveri.

Si dedicò, soprattutto, al più disgraziato quartiere della città, Avignone dove si trasferì a vivere iniziando una intensa opera di istruzione dei bambini del posto e guadagnandosi, con l’impeto della sua azione, l’appellativo di “prete pazzo”.

Nel quartiere riunì una piccola congregazione di suore che lo coadiuvavano nell’assistenza agli orfani e ai bisognosi e a cui si unì, nel 1889, Maria Majone.

L’arrivo di Maria a Messina

Il 14 ottobre 1889, all’età di vent’anni, insieme all’amica del cuore, Carmela D’Amore, Maria giunse a Messina da Sant’Annibale Maria Di Francia che due anni prima aveva avviato nel quartiere di Avignone un istituto di suore dedito, soprattutto, alla faticosa opera di istruzione dei bambini di quella desolata zona della città.

Si narra che Don Annibale, accogliendo le due giovani donne che avevano manifestato l’intenzione di prendere i voti religiosi, mostrò loro le misere condizioni in cui viveva la sua piccola comunità, sfidandole quasi a rimanere e ad affrontare la povertà assoluta.

Maria mostrò un coraggio impensabile in una ragazza vissuta sempre nel suo piccolo paesino protetta dalla madre e dai fratelli e dichiarò a Don Annibale che con Gesù al suo fianco avrebbe potuto affrontare qualsiasi afflizione.

Maria diventa Nazarena

Nel 1892, Maria prese definitivamente i voti con il nome di Maria Nazarena. In pochissimo tempo, la giovane suora diventò, insieme a Sant’Annibale, il pilastro della piccola congregazione e la cofondatrice delle Figlie del Divino Zelo.

Non solo a Messina, ma anche in altri centri siciliani, si occupò dell’apertura di case di accoglienza per poveri, persone anziane, ammalati e orfanotrofi.

Il terremoto di Messina del 1908

Quando il devastante sisma del 1908 colpì Messina provocando oltre ottantamila morti in città, tra cui tredici suore delle Figlie del Divino Zelo, Suor Maria Nazarena Majone si trovava a Taormina dove era stato appena inaugurato un nuovo orfanotrofio.

Ritornata sollecitamente a Messina, Suor Maria Nazarena si prodigò per l’assistenza ai terremotati rimasti senza tetto e bisognosi di tutte le primarie necessità.

Il riconoscimento delle grandi opere della congregazione

Negli anni a seguire, l’instancabile opera di Suor Maria Nazarena e della congregazione delle Figlie del Divino Zelo, fu riconosciuta dalle alte sfere ecclesiastiche.

A Suor Maria Nazarena, diventata nel frattempo la prima Madre Generale della congregazione, sempre insieme a Sant’Annibale Maria di Francia, fu concessa addirittura udienza con i pontefici dell’epoca, Benedetto XV e Pio X.

Suor Maria Nazarena Majone di Graniti, la malattia

Dopo quarant’anni di intensa attività insieme, sia Sant’Annibale che Suor Maria Nazarena si ammalarono. La suora assistette Sant’Annibale durante la malattia fino alla sua morte avvenuta a giugno del 1927.

Negli anni successivi, Suor Maria Nazarena soffrì molto a causa di una grave forma di diabete che non le diede tregua fino alla morte, ma non le impediva di continuare a prestare la sua opera a favore dei bisognosi.

La morte di Suor Maria Nazarena e il processo di beatificazione

Le condizioni di salute di Suor Maria Nazarena si aggravarono enormemente nel 1938. Si decise, pertanto, di trasferirla a Roma per prestarle cure migliori che, però, risultarono inutili. La suora spirò a fine gennaio del 1939.

In vita, Suor Maria Nazarena era già considerata degna degli altari per la sua operosità nei confronti dei più deboli. Subito dopo la morte, iniziò il processo di beatificazione che si concluse parzialmente nel dicembre del 2003 quando, l’allora Pontefice Giovanni Paolo II, promulgò il decreto con cui la si dichiarò Venerabile. Si è, tuttora, in attesa del passaggio successivo che potrebbe condurre alla proclamazione di beatificazione.

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