Santa Caterina Villarmosa: viaggio verso l’ombelico della Sicilia

Esattamente al centro della Sicilia sorge uno dei borghi più interessanti e dalle origini più intriganti di tutta la regione. Un popolo molto legato alle tradizioni e orgoglioso delle sue origini, lì dove tra verdi vallate e morbide colline, antiche civiltà, decisero di fondare i loro primi insediamenti.

Santa Caterina Villarmosa, in provincia di Caltanissetta, si trova proprio nell’esatto centro dell’isola siciliana. Vanta origini antichissime e a testimoniarlo ci sono i numerosi reperti archeologici scoperti nella zona e risalenti all’epoca preistorica. Nella contrada di Cozzo Scavo, durante alcune ricerche, sono state ritrovate testimonianze della presenza punica sul territorio, mentre sui monti delle Rocche e Ghibbò sono stati scoperti antichi insediamenti risalenti all’età del ferro. Tutti questi reperti storici sono attualmente esposti al Museo Archeologico di Caltanissetta, presso cui è possibile farsi un’idea più precisa della storia antica di Santa Caterina Villarmosa.

Santa Caterina Villarmosa: le origine del nome

La fondazione di questo piccolo borgo è invece più recente, così come la particolare scelta del nome. Nel corso dei secoli Santa Caterina Villarmosa ha cambiato più volte il suo nome e per comprenderne la motivazione dobbiamo andare indietro fino al 1572, anno in cui è stato fondato ufficialmente il paese.

Il nome antico assegnato alla cittadina era Risigallo, ma poi quando i baroni Grimaldi di Enna ottennero la licentia populandi, decisero di cambiare il nome in Grimaldo. Questo toponimo non restò a lungo e qualche anno più tardi Pietro Andrea Grimaldi decise di ribattezzare il paese in Santa Caterina. Quale fu la motivazione di questa scelta? Andando a scavare nella tradizione popolare si è scoperto che quando Grimaldi divenne principe, chiese ai coloni dei paesi limitrofi di popolare la zona dove oggi sorge Santa Caterina Villarmosa.

Oltre a spostare casa, attività e famiglia, questi uomini e donne decisero di abbellire anche la chiesa con numerose statue, tra cui in particolare quella di Santa Caterina d’Alessandria. La leggenda racconta che ad un certo punto la Santa abbia iniziato a compiere miracoli e a concedere grazie ai fedeli, così in poco tempo il paese acquisì fama, divenendo anche tappa di pellegrinaggi. A quel punto il principe Grimaldi non poté fare altro che cambiare il nome del paese e dedicarlo a Santa Caterina.

Santa Caterina Villarmosa: un tributo al suo benefattore

A questo punto è chiaro perché il paese si chiami Santa Caterina, ma perché Villarmosa?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo arrivare al 1800, quando il borgo passò alla famiglia dei Cottone, che ne ottennero la baronia. In particolare Carlo Cottone, marchese di Villahermosa divenne il benefattore della città. Grazie al suo animo nobile si fece amare dalla comunità e una volta deceduto lasciò un testamento secondo il quale i suoi averi dovevano essere utilizzati per realizzare un ospedale civico e ulteriori opere benefiche a favore dei meno abbienti. Gli abitanti di Santa Caterina sentendosi in obbligo verso il loro barone, decisero di omaggiare quell’uomo nobile di origini, tanto quanto di spirito, legando per sempre il suo nome a quello della loro città.

Santa Caterina Villarmosa: cosa vedere nel borgo più centrale della Sicilia

Dopo aver attraversato dolci colline e sconfinati campi di grano e lavanda, si giunge a Santa Caterina Villarmosa, uno dei borghi più affascinanti di tutta la Sicilia. Un tour per apprezzare le bellezze del paese potrebbe iniziare dalla centralissima piazza Garibaldi, dominata dalla Chiesa Madre dedicata all’Immacolata Concezione. Al suo interno è possibile ammirare i dipinti di Pietro Antonino Guastaferro, originario di Santa Caterina e pittore presso la corte del principe Carlo Cottone.

Accanto alla chiesa sorge la biblioteca comunale dedicata a Luigi Pasquale Panvini, dottore caterinese che lavorava come medico personale del re del Regno delle due Sicilie, Ferdinando II di Borbone. All’interno della biblioteca è possibile vedere libri molti antichi, alcuni dei quali risalenti al 1500 e il famoso dipinto di Guastaferro, La Lucrezia.

Spostandosi verso via Roma, è possibile visitare una delle chiese più antiche di tutta Santa Caterina Villarmosa, la chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie. Nella basilica è conservata la statua della Madonna, con il bambino Gesù tra le braccia e realizzata nel 1875 dallo scultore Domenico Pugliese. La comunità è molto legata a questa statua, infatti il 20 agosto tutto il paese celebra una festa in onore della Madonna delle Grazie e per tale occasione molti caterinesi emigrati all’estero tornano a Santa Caterina Villarmosa per prendere parte alla celebrazione.

Uscendo fuori dal centro abitato, chi ama la natura e preferisce investire il proprio tempo in vere e proprie esplorazioni, apprezzerà sicuramente la Riserva naturale orientata geologica di contrada Scaleri. Un luogo che offre spunti interessanti ed è molto importante sotto il profilo naturalistico e geomorfologico, a causa delle presenza di alcune rocce carsiche, erose dagli agenti atmosferici e che presentano delle scanalature parallele. Si tratta dei karren, termine proveniente dalla parola tedesca karrenfelder, che indica dei campi solcati. Questo nome perché le formazioni rocciose trasmettono appunto l’idea che sia passato un carro che abbia lasciato sul terreno i segni del proprio transito.

Le antiche radici di Santa Caterina Villarmosa, le leggende che ne ripercorrono la storia e i panorami unici, sono solo alcuni dei motivi per cui scoprire il borgo più centrale dell’isola. Che si tratti di una giornata o di un weekend, è impossibile rinunciare a un tuffo nella tradizione sicula più vera. E tu cosa stai aspettando? Vieni a vedere cosa ha da offrire Santa Caterina Villarmosa, l’ombelico della Sicilia!

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