San Piero Patti: alla scoperta del borgo medievale

San Piero Patti è un caratteristico borgo della provincia di Messina che conta circa 2700 abitanti e offre tantissime bellezze paesaggistiche e storiche.

Fa parte del consorzio intercomunale Tindari Nebrodi e ha tantissimo da offrire alle persone che lo scelgono per un soggiorno.

Il patrimonio lasciato dagli arabi a San Pietro Patti

San Piero Patti come tante altre località del territorio siciliano, nel corso dei secoli ha dovuto fare i conti con numerose dominazioni straniere che l’hanno arricchito in termini di cultura, tradizioni e monumenti. In particolare è stato lasciato tanto dagli arabi nella parte più alta del centro storico, situata nella zona in cui un tempo c’era un bellissimo castello, ci sono numerose cose da vedere per un vero percorso con una struttura dell’epoca ancora oggi apprezzabile. Tutta la zona che era stata insediata dagli arabi, oggi chiamata Arabite, è caratterizzata dalle classiche trame dello sviluppo urbanistico della cultura araba.

Nei piccoli vicoli che si sviluppano uno dietro l’altro, ci sono ancora tanti elementi che riportano a quel periodo come alcune parti delle antiche pavimentazioni e la concezione di spazio che è diametralmente opposta a quella dell’epoca ellenistica delle polis. Un tempo questa parte della cittadina era sviluppata in tre settori principali, con il quartiere militare posto più in alto per evidenti ragioni logistiche, mentre nel versante sud della rocca si sviluppava la parte residenziale con uno sviluppo concentrico che permetteva di unire quelli che un tempo erano i due ingressi principali della città. Inoltre nella parte più a est c’erano tutte le attività produttive e artigianali.

Il percorso del Gagini e le Tholos di San Piero Patti

In questa parte della Sicilia, come in tante altre comunità, ci sono opere realizzate dal famoso artista Antonello Gagini e dai suoi allievi.

Si tratta di uno scultore e architetto palermitano che ha dato un importante contributo al Rinascimento italiano con tante opere straordinarie. La sua impronta del territorio ha inizio nell’anno 1498 quando decide di aprire a Messina il suo primo laboratorio di scultore marmoraro, seppur le sue più importanti opere sono state realizzate a Palermo come la tribuna per il Duomo. Tuttavia, a San Pietro Patti, sono rimaste tante sculture e opere realizzate dai suoi allievi oggi presenti in tutte le chiese per cui a disposizione del visitatore senza alcun genere di vincolo. Sul territorio ci sono altri elementi di grande interesse come le tholos, conosciute in gergo anche con il nome di cubburi. Si tratta di piccoli edifici realizzati in pietra con uno sviluppo circolare. Sono di interesse perché costruiti a secco e per la presenza di architravi avveniristici per concezione architettonica e perché raccontano di come si svolgeva la vita in queste zone in cui l’agricoltura era certamente importante.

La storica via dell’artigianato e il castello di San Piero Patti

San Pietro Patti è anche storia, tradizione e una cultura basata su tanti mestieri contadini che un tempo erano alla base dell’economia locale.

La storia medievale di questo piccolo borgo viene esaltata durante il grande corteo storico con cittadini che indossano costumi del periodo e con la possibilità per i visitatori di poter apprezzare all’interno di apposite location le strutture che un tempo venivano usate per effettuare lavori di qualsiasi genere. Ci sono prodotti utilizzati tanto tempo fa come il sapone in casa oppure strumenti per chi si dilettava nel lavoro della tessitura, nella realizzazione dei canestri, nello sfruttare le potenzialità del baco da seta o da chi invece svolgeva l’attività di stagnino.

Tutto questo è presente nel Museo Antropologico Vivente.

San Pietro Patti però è anche la location in cui sorgeva nella parte più alta del paese il castello per garantire massima protezione e possibilità di difendersi al meglio dai possibili attacchi dei nemici. Si trattava di un castello straordinario tra i migliori esistenti su tutto il territorio siciliano per la qualità della struttura architettonica, ma anche per le decorazioni e i tanti affreschi di cui dispone nelle varie stanze. Nei pressi della struttura principale c’era una maestosa torre nella quale vivevano i soldati, delle mura imponenti difficilmente attaccabili. Oggi però ci sono soltanto i resti di quel castello che secondo le fonti è stato abbandonato nei secoli anche se è rimasto in piedi fino al 1860. Infatti in tale data gli abitanti del paese decisero di demolirlo per utilizzare le sue pietre per la realizzazione di case allo scopo di risparmiare sui costi.

Questa zona però ha conservato il nome di Castello, proprio per ricordare quell’importante e imponente struttura.

Filippo Accordino, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

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