L’oro verde di Raffadali, il pistacchio

Il pistacchio di Raffadali è noto in Italia e nel mondo per la sua eccellenza, tanto da essersi guadagnato il prestigioso marchio DOP.

Ma quali sono le peculiarità più significative dell’oro verde originario della provincia di Agrigento?

Scopriamolo insieme!

Il pistacchio di Raffadali: com’è arrivato in questa località?

Il pistacchio è approdato nell’isola siciliana durante il 30 d.C. e a incentivarne la coltivazione e lo sviluppo sono stati gli Arabi tra il IX e il X secolo.
Parlando invece di Raffadali, è giunto grazie al duca Giovanni Antonio Colonna, grande appassionato di botanica, poiché ha piantato diverse piante di pistacchio nei terreni locali, i cui frutti venivano utilizzati per la preparazione di leccornie dolci pronte ad allietare i palati della nobiltà palermitana.

Il pistacchio di Raffadali e quello di Bronte: differenza tra le due tipologie

Le due tipologie di pistacchio si differenziano principalmente per tre motivazioni, in primis i cultivar autoctoni.
Quello di Raffadali ne ha diverse, tra cui la Grappalora, la Cappuccia e la Bianca Napoletana.
Un’altra caratteristica riguarda invece i modi di coltivazione: a Raffadali, al fine di far innalzare le piante, i rami vengono lasciati cadere verso il basso, mentre a Bronte si procede con il taglio.
La variante proveniente dalla prima località risulterà pertanto molto dolce, in quanto assorbe grandi quantità di grasso e olio dalla terra.
L’ultima differenza è riconducibile ai terreni: quelli di Raffadali sono sabbiosi e calcarei, mentre quelli di Bronte, essendo minerali e lavici, rendono il sapore dei frutti acidulo.

Le proprietà del pistacchio di Raffadali

I pistacchi, oltre ad avere un gusto molto piacevole, offrono ai consumatori numerosi benefici, a partire dal miglioramento del sistema cardiovascolare, poiché facilitano la diminuzione di colesterolo cattivo (LDL) e trigliceridi nel sangue.
Inoltre favoriscono l’incremento del colesterolo buono (HDL), in quanto ricchi di acidi grassi poli e monoinsaturi di alta qualità.
Ma non è tutto: grazie all’eleva percentuale di antiossidanti e vitamina E, i pistacchi aiutano a ridurre la pressione ematica, rivelandosi così dei validi alleati per contrastare l’ipertensione.
Per quanto riguarda invece il valore nutrizionale, cento grammi di prodotto non salato/zuccherato ha un apporto calorico pari a seicento calorie, di cui 45,39 grammi di lipidi e 20,27 grammi di proteine.

Come viene utilizzato il pistacchio di Raffadali

Dato il suo gusto a dir poco irresistibile, il pistacchio di Raffadali viene utilizzato per migliaia di ricette dolci e salate, tra cui il famoso cous cous dolce, ricetta segretamente custodita dalle monache di Agrigento.
In commercio è inoltre possibile trovare il pesto e la crema di pistacchio: il primo è perfetto per condire pasta, pane e secondi piatti, mentre la seconda ha il potere di far cadere in tentazione chiunque perché amplifica il sapore di crepes, torte, gelati e molto altro ancora. Nessuno infine vieta di consumare questo frutto al naturale oppure sotto forma di granella per aggiungere un tocco croccante alle proprie preparazioni.

Ora che si conoscono tutti i vantaggi di questo eccellente prodotto, non resta che recarsi direttamente sul posto per assaggiarlo magari, scegliendo di farlo proprio durante la Sagra del Pistacchio di Raffadali, per tre giorni da vivere nel gusto!

© Immagine di Lamberto99, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

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