Villaggio Bizantino di Calascibetta

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Lungo il vallone Canalotto si dipana il villaggio Bizantino di Calascibetta, testimonianza risalente all’epoca bizantina e successivamente araba. Composto da vari ambienti ricavati scavando la roccia, è possibile intuire edifici religiosi bizantini, colombarium e il villaggio a prova del fatto che il luogo è stato abitato anche durante la dominazione musulmana.

Storia del Villaggio Bizantino di Calascibetta

Il villaggio Bizantino di Calascibetta risale all’epoca della permanenza dei Bizantini in Sicilia che si è protratta dal 535 all’827 ma che evidenzia anche delle progressive modificazioni dalle quali si evincono differenti epoche storiche. Anche se sono assenti quasi del tutto tracce di manufatti dell’epoca a causa del continuo riutilizzo del sito e per la pochezza di campagne di scavo, è tuttavia possibile avere delle indicazioni cronologiche di chi ha vissuto in questo villaggio grazie al ritrovamento di reperti di ceramica e dal tipo di configurazione architettonica del sito che stanno a dimostrare che fu frequentato fino al periodo islamico.

Le tracce più remote sono databili alla tarda Età del Rame come dimostrato da due tombe a grappolo esistenti tuttora e che non sono state originate approfittando del senso verticale delle pareti rocciose bensì scavando delle piccole celle funerarie tra loro comunicanti.

Sono state ritrovate anche altre celle di questo tipo mentre altre sono state modificate sia dalla mano dell’uomo che per via di agenti atmosferici anche se, è facile intuire, che sono risalenti all’Età del Bronzo e a quella del Ferro. Sono presenti anche delle tombe a camera che testimoniano il periodo greco arcaico dell’VIII e VI secolo a.C.

Architettura presente nel Villaggio Bizantino di Calascibetta

Certamente l’architettura presente nel villaggio Bizantino di Calascibetta vede anche la presenza della dominazione romana, come attestato dalle tombe ad arcosolio e quelle a columbaria anche se, nel corso del tempo, si possono notare varie modificazioni apportate. C’è da dire che queste sono state successivamente utilizzate come mangiatoie per animali e, nei casi di quelle a columbaria luoghi per allevare piccioni ed altri volatili in epoca bizantina.

Quel che appare evidente è che le modifiche degli ambienti ricavati scavando la roccia, sono stati radicali soprattutto durante il periodo bizantino e nell’alto medioevo allorquando si passò di sfruttare gli scavi non più per ospitare i defunti, bensì per attività quotidiane e religiose come si evince da un palmento ricavato dentro a quello che originariamente era un ipogeo funerario.
Ambienti utilizzati anche per la produzione del vino che si avvaleva della enotecnica del luogo, attraverso lo sfruttamento di due vasche poste a differenti livelli comunicanti tra loro attraverso una cavità che venivano destinati alla pigiatura dell’uva e alla fermentazione del mosto. Non raramente queste cavità erano ricavate da precedenti sepolture del periodo tardo romanico, ovviamente riadattate alla bisogna.
La regolarità dei tagli evidenti nella roccia fanno supporre l’utilizzo di macchinari appropriati per la trasformazione di materie prime prodotte dalla coltivazione agricola e dall’allevamento.

Molto interessante è anche un sistema di tre gallerie usate per la captazione delle acque e loro canalizzazione che è stato riconosciuto come un qanat di origine islamica che produce una inconfutabile prova dell’insediamento di musulmani durante la loro dominazione.

Cosa è possibile fare nei dintorni del Villaggio Bizantino di Calascibetta

Visitare il Borgo di Calascibetta, entrato a far parte della lista dei Borghi più Belli d’Italia è sicuramente una cosa da fare dopo aver visitato il villaggio Bizantino di Calascibetta. Sarà come fare un salto all’indietro nel tempo passeggiare tra viuzze deserte ammirando la tradizionale architettura medioevale che si sviluppa tra slarghi e stradine lastricate.

Da vedere a Calascibetta anche il Convento dei Cappuccini, dove nel Trecento viveva una comunità ebraica prima della costruzione a fine Cinquecento di questa struttura ospitante i frati Cappuccini. Attaccata si erge la Chiesa di San Francesco, che nel 1885 il Municipio si riservò il patronato della Chiesa, cedendone l’uso ai frati. Significativa è la biblioteca del convento che raccoglie volumi e tomi di inestimabile valore. La biblioteca si divide in due settori: uno che annovera antichi volumi - circa 7.000 risalenti al Cinquecento - e l’altro dove sono collezionati libri editi dopo il 1927.

Da non perdere l’esplorazione del quartiere ebraico nato nel XIV secolo.

Come è possibile arrivare al Villaggio Bizantino di Calascibetta

In auto, da Messina prendere ì la A18 e A19/E932 in direzione di SS 117 bis con uscita a Enna e proseguire sulla SS290 fino a Calascibetta e da lì seguire la segnaletica.

 

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