Necropoli Pantalicana di Realmese di Calascibetta

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Nel territorio di Calascibetta si trova la Necropoli Pantalicana di Realmese a soli tre chilometri da uno dei Borghi più Belli d’Italia.

Storia della Necropoli Pantalicana di Realmese a Calascibetta

La caratteristica fondante della Necropoli di Realmese Calabiscetta è rappresentata dalla presenza di circa trecento tombe a grotticella di tipo Pantalicano. Per l’esattezza, le tombe sono 288 e sono risalenti in parte, all’età protostorica dal IX al VII secolo a.C. e in parte riconducibili all’età arcaica tra il VII ed il VI secolo a.C.

Non ci sono stati degli scavi archeologici eseguiti in modo razionale e continuativo tranne quelli portati avanti per un biennio a metà degli anni Cinquanta del secolo scorso da Luigi Bernabò Brea grazie ai quali hanno rivisto la luce diversi reperti costituiti in gran parte da diverse tipologie di ceramiche, utensili, gioielli e alcuni corredi miniaturizzati che sono attualmente visibili al Museo Varisano di Enna e al Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa.

Da qualche anno la Necropoli di Realmese di Calascibetta è parte integrante di un itinerario specifico programmato da un’agenzia europea che si occupa di mobilità accademica internazionale e che include un parco tematico che annovera tutta questa area archeologica.

Architettura presente nella Necropoli Pantalicana di Realmese a Calascibetta

La Necropoli di Realmese è un sito di significativa importanza storica che interessa un’intera parete di roccia calcarea dove sono allocate le tombe a grotticella databili in un periodo che va dal IX al VI secolo a.C.

Nelle sue immediatezze si trova il villaggio Rupestre di Vallone Canalotto che rappresenta l’abitudine delle antiche popolazioni di frequentare siti trogloditi dove si trovavano tombe di carattere rupestre nonché dimore ubicate in grotte ed edificazioni semi-ipogeiche che venivano utilizzate per la viticoltura.

Quella che è conosciuta come Regia Trazzera Caliscibetta-Gangi, è una strada che attraversa il territorio della Necropoli Pantalicana di Realmese e che ben si omogenizza con la natura presente, caratterizzata da piante mediche e aromatiche che venivano anche utilizzate nei tempi remoti, durante le sepolture dei defunti.

Il sito archeologico si trova sulle ripide pendice del monte ed è la seconda Necropoli Pantalica dell’intera isola.

Tornando alle Regie Trazzere, queste fanno parte di un sistema viario risalente all’epoca normanna che non teneva conto della presenza di pendenze anche significative. Sono vie alquanto larghe – oltre 36 metri – che avevano la loro origine in città o negli immediati dintorni e che collegavano a raggiera, diverse località con i mari che bagnano l’isola.

Da Calascibetta, infatti, partono ben dodici trazzere delle quali una ha come destinazione il territorio dell’area xibetana e che attraversa proprio la Necropoli Pantalica di Realmese continuando poi per la strada oggi chiamata della Menta, arrivando a costeggiare il fortificato borgo di Bardonaro e il Castello di Re Giovanni, che si trova nei pressi di Cacchiamo, una piccola frazione di Calascibetta che confina con la Val di Mazara, la Val di Noto e la Val Demone e che raggiunge Gangi terminando a Cefalù.

Cosa è possibile fare nei dintorni della Necropoli Pantalicana di Realmese a Calascibetta

Da esplorare è sicuramente il Borgo di Calascibetta a partire dal suo castello di pietra Hisn al-Giran, la fortezza delle grotte.

Il borgo vi stupirà grazie alla mescolanza di stili architettonici che si evincono nella piazza principale dominata da una scultura moderna che ha, al suo interno, una fontana. Da non perdere la settecentesca chiesa Madonna del Carmelo e dell’annesso campanile. Interessante anche la chiesa di San Francesco di Assisi risalente al Cinquecento con il vicino Convento dei Cappuccini dov’è possibile ammirare una teoria di tele pregiate del XVI e XVII secolo.

Anche la Chiesa Madre di San Pietro e Santa Maria Maggiore, conosciuta come Regia Cappella Palatina, costruita sulle antiche fondamenta di un castello normanno a metà del Trecento e voluta da re Pietro II d’Aragona, merita di essere visitata per via di interessanti opere d’arte come le pitture del Sei e Settecento e alcune sculture marmoree di scuola del Gagini.

Da non perdere neppure la Torre Normanna e la Via del Carcere prima di recarsi verso il Quartiere Ebraico che ospitò fino al Cinquecento una popolosa comunità giudea.

Poco fuori di Calascibetta sorge il Villaggio Bizantino del Canalotto con la presenza di tombe bizantine e antiche abitazioni costruite nella roccia.

Come è possibile arrivare a Calascibetta

In auto, da Messina prendere ì la A18 e A19/E932 in direzione di SS 117 bis con uscita a Enna e proseguire sulla SS290 fino a Calascibetta e da lì seguire la segnaletica.

 

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