Le Necropoli di Malvagna

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La costa orientale della Sicilia è una delle zone più belle dell'intera isola, grazie anche alla presenza di località come Taormina, Acireale, Aci Castello e Giardini Naxos. Non lontano dalla costa, nell'entroterra della provincia di Messina, si celano luoghi ameni e poco turistici che però non mancano di sorprendere il visitatore. Tra questi c'è il piccolo borgo di Malvagna, situato nel cuore del bellissimo Parco Fluviale dell'Alcantara, a due passi dalla Valle dell'Alcantara, dal Parco dell'Etna e da quello dei Nebrodi. Nonostante le piccole dimensioni, custodisce sul territorio siti di grande valore storico e archeologico, tra i quali spiccano delle necropoli che portano i visitatori indietro in tempi ormai remoti.

Cenni storici sul borgo di Malvagna

La presenza di piccole necropoli a Malvagna dimostra quanto il territorio su cui sorge il borgo sia antico: qui infatti sono stati rinvenuti resti di ceramiche e di utensili in bronzo, risalenti presumibilmente all'Età del Bronzo, oltre ad altri reperti dell'epoca ellenistica, romana e bizantina.
Malvagna risale ufficialmente al 1626, quando a fondarla fu Giovanni Lanza e fu solo con la diffusione della malaria tra gli abitanti della vicina Mojo che si espanse maggiormente.
Nel 1627 Malvagna divenne, per volere di Filippo IV, un Principato sede di molti vassalli attirati dalla terra fertile. Arrivarono poi i Lanza e poi Salvatore Migliaccio, fino a quando nella metà del '900 divenne comune unico con Mojo.

Architettura delle necropoli di Malvagna

Uno dei motivi per i quali un appassionato di storia dovrebbe visitare il borgo di Malvagna è la presenza di antiche, seppur piccole, necropoli. Si presume si tratti di luoghi di sepoltura rupestri costruiti dalla civiltà dei Siculi, che le hanno letteralmente scavate nella roccia. Col passare dei secoli queste cavità sono state destinate a differenti usi, tra i quali ricovero e riparo degli animali.
Si trovano poco fuori il centro di Malvagna e, se non fosse per gli antri oscuri vagamente circolari, sarebbe quasi difficile scorgere le tombe, mimetizzate con la roccia nella quale sono state scavate. Tutto intorno la vegetazione mediterranea, tra cui ulivi, tende quasi a celare le necropoli dallo sguardo dei visitatori. In alto è possibile invece scorgere una sorta di copertura composta da piatte pietre impilate tra loro con la tecnica a secco.

Cosa vedere nei dintorni delle necropoli di Malvagna

Oltre alle necropoli, a Malvagna ci sono molte cose da vedere, a partire dalla suggestiva Cuba Bizantina: si tratta di una struttura risalente all'epoca pre-araba, costruita tra il VII e il IX secolo.
Meritano una visita anche la Chiesa di San Marco, il Monastero dei Frati Minori e la Chiesa Madre di Sant'Anna, il cui completamento è avvenuto nel 1934, di cui si può ammirare una facciata candida.

Si consiglia di raggiungere poi l'altopiano dell'Argimusco, alto 1200 m. e noto anche con il soprannome Stonehenge di Sicilia. Si trova tra i Monti Nebrodi e i Monti Peloritani e dalla sua cima si scorgono le Isole Eolie e il vulcano Etna. Si tratta di un territorio abbastanza spoglio, con la presenza di qualche felce qua e là: a colpire sono le formazioni rocciose che si ergono nelle loro forme curiose e bizzarre che ricordano una scimmia, un mammut, un'aquila e genitali femminili e maschili.

Come arrivare a Malvagna

Per visitare le necropoli di Malvagna e gli altri luoghi più importanti del borgo, bisogna partire, in auto, da Messina e percorrere la SS114. Si costeggia il mare passando per Ali Terme, Roccalumera, Taormina e Giardini Naxos fino alla deviazione per la SS185, per poi deviare ancora sulla SP1 che porta dritta a Malvagna.

Chi viene da Catania deve percorrere la E45 in direzione nord, attraversando le città costiere di Aci Castello, Acireale, Giarre e Giardini Naxos. Anche in questo caso bisogna deviare prima sulla SS185 e poi sulla SP1 fino ad arrivare a destinazione.

 

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