I Ruderi di Salaparuta

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Le rovine di Salaparuta, piccolo comune siciliano, sono la testimonianza storica del grave sisma che colpì la valle del Belice del 1968. I ruderi sono ciò che rimasto del vecchio centro abitato del Comune trapanese e mantengono vivo il ricordo di uno degli eventi più drammatici che ha colpito la Sicilia e l’Italia intera.

I Ruderi di Salaparuta: la storia e le origini

Salaparuta è un comune siciliano della provincia di Trapani. Si trova nella valle del fiume Belice , adagiato su un colle a 385 metri sul livello del mare. Il paese ha origine araba e un tempo era chiamato Menzil Salh (Il Casale della Signora).

Nel Quattrocento divenne feudo della famiglia Paruta da cui deriva il toponimo attuale. Salaparuta deriva, infatti, dalla parola normanna Sala che significa casa e dal nome del barone Paruta la cui famiglia dominò la zona a partire dal XV secolo e a cui si deve la costruzione dell'antico centro storico medievale ai piedi del castello.

I Ruderi di Salaparuta: Il Castello di Salaparuta

Il Castello esisteva già nel medioevo. Nel 1392 ne divenne proprietario Antonio Moncada al quale fu, comunque, sequestrato dal re Martino a seguito di un suo tentativo di rivolta. Dopo la confisca, passò più volte di mano tra diversi signori del luogo fino a quando lo acquistò Geronimo Paruta dal cui cognome prese nome l’intero borgo.

La famiglia Paruta ne mantenne la proprietà per secoli fino agli inizi del XX secolo quando passò al Comune che lo utilizzò anche come scuola fino all’anno del terremoto.

I Ruderi di Salaparuta: I Casamenti di Salaparuta

Il piccolo centro di Salaparuta si caratterizzava per gli imponenti Casamenti. Si trattava delle dimore degli aristocratici e ricchi signori del piccolo borgo. Gli edifici vantavano una struttura architettonica molto particolare : erano, infatti, massicci e imponenti edifici che si aprivano su cortili interni in cui fiorivano, tra l’altro, rigogliosi giardini.

Molti casamenti erano sopravvissuti a secoli di storia fino al terribile terremoto del Belice nel 1968 . Oggi, ne rimangono solo pochi ruderi, noti appunto come le rovine di Salaparuta.

I Ruderi di Salaparuta: Il terremoto del 1968

Il forte sisma che scosse la Valle del Belice nel 1969 registrò una intensità pari a 6,1 gradi della scala Richter: una delle magnitudo più intense e devastanti mai registrate in tutta la penisola italiana.

Il terribile terremoto, oltre a distruggere abitazioni e interi centri abitati, uccise oltre duecento persone ferendone un migliaio. Più di centomila persone rimasero senza casa e quattro borghi furono totalmente rasi al suolo: nella provincia di Agrigento, il paese di Montevago; nella provincia di Trapani, Poggioreale, Gibellina e Salaparuta.

I Ruderi di Salaparuta: La ricostruzione

La calamità naturale aveva ridotto in macerie l'intero paese e costrinse le amministrazioni locali a ricostruire tutte le abitazioni lungo il pendio. Dopo il sisma e i primi soccorsi alle popolazioni colpite, il Governo italiano decise, infatti, che la ricostruzione dei quattro borghi distrutti non poteva avvenire nello stesso posto ristrutturando gli edifici di cui ormai rimanevano solo poche rovine.

Sarebbe stato più agevole e conveniente economicamente, costruire ex novo i quattro centri abitati lontano dai precedenti centri storici. L’incarico fu affidato a famosi esperti e maestri di architettura, noti in tutto il mondo, tra cui l’ architetto F. Purini . Al team di specialisti fu chiesto di costruire nuove città, moderne e adatte ai tempi, con un preciso piano urbanistico in cui le zone residenziali si alternano ad aree destinate alle abitazioni private.

I ruderi di Salaparuta, da allora, continuano ad essere silenziosi testimoni dell’antica storia passata e di quella che era la vita locale, prima del disastroso terremoto.

I Ruderi di Salaparuta: Salaparuta oggi e il vino Doc

L'economia locale del piccolo centro trapanese ruota soprattutto attorno all' agricoltura e un'importante fonte di reddito è data dagli straordinari vigneti, sparsi su tutto il territorio del comune.

La produzione e la qualità delle uve ha raggiunto livelli di eccellenza tali da far meritare al vino del territorio la prestigiosa etichetta di Salaparuta DOC , l'8 febbraio 2006. Molte sono le cantine sociali e private che producono questo pregiatissimo vino, conosciuto e apprezzato anche oltre i confini italiani. Tra le cantine più famose troviamo quella del Duca di Salaparuta e Corvo.

I Ruderi di Salaparuta: Cosa visitare

A causa del terremoto del 1968, gli edifici e i monumenti storici tipici di Salaparuta sono andati distrutti e ne rimangono solo rovine (i ruderi di Salaparuta). Ad oggi si possono ammirare i ruderi del Castello Medioevale e una pregevole statua di Santa Caterina , miracolosamente sopravvissuta alla calamità naturale ed è oggi conservata nella restaurata Chiesa Madre.

La statua di Santa Caterina a Salaparuta

La Chiesa Madre di Salaparuta fu quasi interamente distrutta dal sisma del 1968 che ne risparmiò solo una minima parte. Si trattava di un edificio barocco, maestoso e imponente, con una enorme scalinata che si innalzava sulla piazza.

All’interno si custodiva una preziosa statua di Santa Caterina, opera secondo gli esperti, di Bartolomeo Berrettaro, scultore toscano del quattrocento che svolse gran parte della sua vita in Sicilia. Il sisma che distrusse la Chiesa aveva seppellito la statua tra le macerie e solo con grandi sforzi si riuscì a recuperarla. Oggi è possibile ammirarla nella Nuova Chiesa Madre di Salaparuta.

 

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