La Storia di Ribera

Città vivace e popolosa, Ribera è portatrice di una storia affascinante che si snoda per molti secoli, come testimoniato dai retaggi archeologici e dalle testimonianze storiche.

La zona ove oggi sorge Ribera è stata abitata anche in epoca preistorica e protostorica: ne è testimonianza l’affascinante Necropoli di Anguilla, dal nome dell’omonima contrada riberese.

Anticamente denominata “Allava”, resa fertile dai fiumi e affacciata sul mare, la pianura di Ribera reca altre testimonianze di come quella feconda terra attraesse l’operosità dei braccianti: tra queste, spicca il Castello di Poggiodiana, di cui rimangono importanti vestigia.

È nel XVII secolo che il possessore di numerosi ed ampi feudi, il Principe di Paternò Luigi Guglielmo I Moncada, prese la decisione di costruire una città a vantaggio dei numerosi braccianti attivi nella zona, sin ad allora costretti a pesanti trasferte quotidiane, che si assommavano alla fatica del lavoro nei campi. È così che nel 1635 viene fondata Ribera: il nome è un omaggio di amore del Principe verso la propria sposa, Maria Afan de Ribera, figlia del Duca di Alcalà. Un atto notarile segna la data ufficiale di nascita del nuovo comune: è il 25 febbraio 1636.

Lo sviluppo di Ribera nel XVIII secolo

Crescita demografica e devozione religiosa caratterizzano Ribera nel secolo successivo alla sua fondazione: nuovi luoghi di culto, nuove abitazioni, l’allargamento dell’abitato nell’area delimitata dai fiumi Verdura, Magazzolo e Platani, e dal mare. Ribera diviene del tutto autonoma da Caltabellotta, e si impone sempre più come importante centro di produzione agricola, impegnando sempre più manodopera e richiamando nuovi lavoratori da altre zone.

Passioni politiche e lotte contadine a Ribera

Ribera nei secoli si impone come fulcro della produzione risicola siciliana, il principale per quantitativo di riso prodotto nell’isola. Il lavoro porta ad un notevole accrescimento della popolazione, impegnata in un lavoro duro e vessato dalle malattie.

Nascono quindi i primi fervori politici, con rivendicazioni contro il latifondo che portano, nel 1848, ad un’ampia partecipazione di massa alla rivoluzione indipendentista di cui uno dei leaders fu proprio il riberese Francesco Crispi, futuro capo di governo e ministro italiano. Le risaie vengono soppresse, in quanto latrici di gravi malattie come la malaria ed il colera, e sostituite da altre colture.

Le lotte contadine proseguono nel secolo successivo: la “Grande Guerra”, che ha sottratto molte braccia al lavoro dei campi fa da volano alla nascita delle prime cooperative, che si vedranno contrapposte ai latifondisti, che ottennero l’appoggio delle sempre più consolidate cosche mafiose. Dei “fatti di Ribera” si occupò anche Antonio Gramsci nei suoi scritti elaborati durante la prigionia sotto il fascismo.

La conclusione del latifondo giunge infine dopo il secondo conflitto mondiale: la vittoria delle sinistre alle elezioni comunali portò alla riorganizzazione delle terre incolte ed una netta ripresa del progresso economico e sociale.

Ribera oggi

Ribera oggi è un centro a cui la forte radice agricola e rurale dà fondamento alla crescente vocazione turistica: la versatilità di un centro ricco di storia ed attrattive per tutti, sommato ad un clima mite ed ospitale, lo rendono il luogo ideale per una vacanza, da inserire nei vostri percorsi qui su Sicilyintour.com. Continuate a seguirci anche sui social, per rimanere aggiornati su tutte le novità a Ribera e nel resto della Sicilia.

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