La Storia di Capizzi a Messina

Situato all'interno del Parco dei Nebrodi a più di 1000 metri di altezza, Capizzi è un piccolo comune siciliano che si sviluppa intorno al colle Verna ed è attraversato dal fiume Simeto.

La sua posizione piuttosto isolata e il fascino del paesaggio che lo circonda fa di questo centro una delle mete più interessanti della zona, soprattutto per i turisti che amano immergersi nella natura.

Le origini di Capizzi a Messina

Le prime testimonianze su questo piccola paese risalgono all’insediamento di Siculi e Sicani che, dalle zone costiere, risalirono verso l’entroterra, fondando i primi centri abitati nella seconda metà del IV secolo a.C.

Successivamente si verificarono numerose invasioni da parte dei Greci che, dal 400 al 340 a.C. colonizzarono gran parte della Sicilia in quanto l’isola faceva parte delle colonie della Magna Grecia.
In questo periodo la popolazione sicula assorbì numerose nozioni sull’agricoltura e allevamento del bestiame, tanto da sviluppare un’economia piuttosto fiorente che contribuì ad ampliare i confini del borgo. Con l’avvento dei Romani si verificò una parziale inversione di rotta in quanto i cittadini vennero spinti soprattutto verso il commercio e quindi la discesa verso le coste, vie preferenziali per gli scambi marittimi.
Nel III secolo Capizzi fu inizialmente occupata dagli Ostrogoti per poi ritornare sotto il dominio Romano sotto Giustiniano, che annesse gran parte della Sicilia all’Impero Romano d’Occidente.

Fu proprio in questa fase che, in seguito alle numerose scorribande di pirati che risalivano dal mare, gli abitanti decisero di ritirarsi stabilmente sulle alture, trasformando il primitivo villaggio in centro urbano. I bizantini, in seguito, sfruttarono queste caratteristiche creando una vera e propria cittadella fortificata che poteva contare su alcune importanti vie di comunicazione.

Intorno al ‘900 d.C. Capizzi passò sotto al dominio degli Arabi, le cui tracce sono tuttora presenti nei resti di alcuni monumenti tipici della cultura Islamica. Gradinate, vicoli a zig-zag, strade molto strette ed edifici con tetti piatti sono le testimonianze di questo periodo.
Seguirono poi le invasioni di Svevi e Normanni che, in seguito alla conquista di Messina, raggiunsero anche molti centri dell’entroterra, tra cui appunto Capizzi.

Intorno al 1300 la Sicilia fu occupata da Angioini e Aragonesi, dinastie che si occuparono di migliorare le condizioni di vita degli abitanti offrendo loro supporti materiali di notevole valore.
Nel 1600 Capizzi Messina si trasformò in città demaniale, assumendo quindi tutte le caratteristiche di questa amministrazione, che impose il riscatto sociale per molti agricoltori ridotti in povertà dalle ingiuste tasse sui terreni.
Durante il XVII secolo il centro divenne un feudo di alcune delle più importanti dinastie presenti sull’isola, attraversando una sfortunata fase di carestia provocata da imposizioni non sempre vantaggiose. Infatti molti contadini e boscaioli furono costretti ad abbandonare le loro terre per spingersi verso la costa.
Fortunatamente questa criticità ebbe termine alla fine del 1700, quando Capizzi riprese il suo dominio sulle terre e i cittadini furono di nuovo in grado di sfruttare a fondo le loro risorse.

Che cosa visitare a Capizzi e nei dintorni

Arroccato sulla cima dei Monti Nebrodi, Capizzi viene considerato una delle mete più affascinanti dell’entroterra Messinese, anche grazie alla perfetta conservazione delle sue antiche costruzioni.

I principali luoghi d’interesse sono: i resti del Castello Arabo, la Chiesa Madre dedicata a san Nicola di Bari, una basilica medievale con un pregevole portale gotico, il Santuario di San Giacomo Maggiore, che è la chiesa più antica della Sicilia e che risale al periodo di dominazione Normanna. All’interno della Basilica si trovano le reliquie di San Giacomo e una statua della Madonna del Soccorso, risalente al 1517.

In Piazza Umberto I non si può tralasciare una sosta all’Oratorio della Compagnia del Santissimo Sacramento con il suo elegante portico settecentesco e all’ex Monastero delle Benedettine che al suo interno ospita la bellissima Chiesa dell’Annunziata.

Come arrivare a Capizzi

Capizzi si può facilmente raggiungere partendo da Messina e servendosi di treno, bus oppure auto: in treno il percorso è diretto e ha una durata di circa 2 ore e mezza. Dalla città sono disponibili anche bus che portano a Capizzi in circa 3 ore e che consentono di ammirare un paesaggio stupendo.

Chi preferisce usare l’auto deve mettere in preventivo un viaggio di poco meno di 2 ore, perché nonostante la distanza sia di soli 150 chilometri, le strade sono molto ricche di curve e tornanti e quindi la velocità di percorrenza è per forza limitata.

© Immagine di Azotoliquido, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

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