La principessa dei briganti: una leggenda all’origine di Maletto

Il borgo di Maletto si distingue, dall'alto dei suoi quasi 1000 mt di altezza, per essere il comune più alto dell'intera provincia di Catania: si trova ad appena 7 Km da Bronte, alle falde nord-orientali del vulcano Etna, nel cuore del meraviglioso comprensorio etneo.

Il borgo è comunemente noto per essere la Città delle Fragole, senza dimenticare però il suo non indifferente patrimonio storico e artistico.

Il Castello di Maletto, seppur diroccato, è uno dei simboli di questo borgo del catanese e proprio tra questi ruderi è nata una leggenda legata a una principessa dei briganti e alla nascita della cittadina di Maletto.

Leggenda Maletto: fascino e mistero sulle origini del borgo siciliano

Dal punto di vista storico, il borgo di Maletto è nato nel 1263 attorno alla fortezza voluta dal conte di Mineo, Manfredi di Maletto, parente peraltro dello stupor mundi Federico II. Questo castello sorgeva su un alto sperone di roccia arenaria e dominava l’intero abitato, i boschi e i campi di fragole circostanti: si pensa che il suo nucleo originario risalga addirittura all’epoca arabo-normanna e che fungesse da torre di avvistamento (in origine si chiamava infatti Rocca di Fano, in riferimento al termine di origine araba che indica una fonte luminosa proveniente da una postazione di vedetta).

In ogni caso il Castello fu al centro della battaglia del Vespro del 1282, in seguito alla quale i Maletto persero non solo il controllo della fortezza ma dell’intera cittadina. Oggi dell’antico maniero non resta che qualche rudere in pietra lavica distribuito qua e là sulla cresta: un’antica leggenda narra che proprio il diroccato Castello di Maletto sia infestato dallo spettro della principessa dei briganti, la quale veglia da sempre sul borgo e i suoi cittadini.

Si narra che questa principessa, il cui nome dialettale è Marettu (da qui deriverebbe il nome della cittadina) fosse la figlia di Ermes, leggendario messaggero degli dei: la giovane dunque era di fatto una semi divinità e aveva come dono l’essere velocissima in ogni sua azione. La giovane però, per godere di questo suo potere, doveva restare vergine e non era certo facile per lei, tanto bella e affascinante: peraltro era circondata da malfattori e briganti, di cui lei era quasi regina, governandoli però con saggezza, bontà e tanto coraggio. Lei e la sua banda trascorrevano le giornate saccheggiando e derubando le cittadine vicine, portando poi i loro ricchi bottini tra le mura sicure del Castello.
Nel corso della sua giovane vita, la principessa dei briganti riuscì sempre a mantenere intatta la sua virtù, rifiutando i corteggiamenti dei tanti spasimanti che le si presentavano, votando la sua esistenza ad amare, proteggere e sfamare il suo popolo.

La tragica fine della coraggiosa principessa dei briganti

La vita della principessa però stava per essere sconvolta dalle mire di tre uomini, avidi e perfidi: questi infatti, accecati dalla bellezza e dalla regalità della fanciulla, decisero di possederla a tutti i costi. Così chiesero aiuto a una strega ed elaborarono un piano che eludesse il controllo della feroce guardia personale della principessa: i tre uomini, con la scusa di prelevare un tesoro ricco di ori, invitarono la fanciulla nella Valle del Simeto, ricoperta in quel momento da distese di papaveri. Questi fiori rossi avevano infatti il potere di indurre il sonno e i bruti speravano che, quando la ragazza si fosse addormentata, avrebbero potuto approfittare di lei indisturbati, protetti dalle loro maschere in carbone.

Quando la principessa arrivò nella valle, effettivamente cominciò a cadere pian piano in un sonno profondo ma ebbe il tempo di capire le intenzioni dei suoi aguzzini: coraggiosa e indomita fino alla fine, riuscì a togliere loro le maschere, portandoli con lei nel regno di Morfeo. Moriranno tutti e quattro di fame ed Ermes, davanti al corpo ormai esanime della figlia, lo raccolse e gli parlò: sarà proprio lo spirito della principessa a chiedere a suo padre il permesso di continuare a proteggere il suo popolo e la cittadina.

Ancora oggi, gli anziani di Maletto, raccontano ai più giovani della vita della principessa dei briganti e della sua continua presenza nel castello, a vegliare per l’eternità sul borgo e i suoi cittadini.

Chi ama le leggende struggenti, non può non visitare Maletto, con i ruderi del Castello dai quali si scorge il paese di Randazzo e la bella Chiesa Madre, con la monumentale scalinata decorata con pilastri in pietra lavica.

Il periodo migliore per scoprire Maletto è nel mese di giugno, quando si avrà l’occasione di partecipare alla sagra della fragola di Maletto, molto apprezzata per essere molto dolce, succosa e particolarmente rossa.

© Immagine di Riccardo Spoto, Public domain, via Wikimedia Commons

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