La leggenda del Sacro Graal passa da Caltabellotta

La leggenda del Sacro Graal passa da Caltabellotta, in quanto alcuni studiosi sostengono che è il luogo in cui il Santo Graal sarebbe potenzialmente nascosto.

La leggenda del Sacro Graal passa da Caltabellotta? È questo quello che si chiedono in tanti, dopo aver letto tutti gli indizi che, secondo alcuni studiosi, sarebbero la prova più schiacciante del fatto che non solo Caltabellotta è la città nella quale è potenzialmente nascosto il Santo Graal ma è anche quella in cui si raccolgono le forze contrarie al Graal. Ecco, quindi, tutto quello che c’è da scoprire sulla vicenda.

Perché la leggenda del Sacro Graal passa da Caltabellotta

Secondo le cronache di storia del tempo, Fiandre Guy de Dampierre, cavaliere di Re Artù da sempre alla ricerca del Santo Graal, al termine della sua ultima crociata decise di non rientrare nel suo castello ma di fermarsi proprio a Caltabellotta.

Da questa vicenda gli studiosi della sacra coppa hanno tratto una sola conclusione, e cioè che questa località in provincia di Agrigento possa essere di fatto inserita fra quelle papabili per essere la sede nella quale il Santo Graal è stato nascosto per non cadere in mano ai nemici.

Tuttavia questa particolarità sembra non essere sfuggita neanche ai nemici del Graal i quali, dopo raccolto indizi concreti in tal senso, si sono radunati qui per contrastare le Forze del Bene. Almeno questo è quanto si dice nel Parzival, uno scritto realizzato nel 1216 da Wolfram von Eschenbach che descrive dettagliatamente tutte le sedi dei nemici del Graal, inserendo anche la stessa Caltabellotta.

I nemici del Santo Graal a Caltabellotta

È proprio Wolfram a raccontare nel suo libro XIII che il perfido Klingsor, signore del Castello delle Meraviglie, aveva lasciato il suo palazzo a Capua e aveva stabilito nuova residenza nel castello di Kalot Embolot: se si pensa che il nome arabo originale di Caltabellotta era Kalat Al Bellut, ossia roccia nella quercia, il parallelismo è presto fatto.

Tuttavia Wolfram non fu certo l’unico ad arrivare a questa conclusione poiché qualche secolo dopo, e cioè nel 1928, lo studioso Johannes Stein, che era stato il diletto discepolo di Rudolf Steiner, scrisse un’opera nella quale si affermava che tutti i nemici del Santo Graal trovarono la propria dimora in quella che era conosciuta come la fortezza di Iblis che si trovava proprio nella località di Kalot Embolot.

Iblis, poi, non è un nome a caso ma è l’appellativo con il quale nel Corano viene definito il diavolo, da qui la conclusione che proprio il Signore del Male, con tutti i suoi seguaci più malvagi, si era stabilito a Caltabellotta per contrastare in modo più efficace la Forza del Bene rappresentata dal Santo Graal, evidentemente nascosta in questa stessa zona.

Il rapporto fra Hitler e Caltabellotta

Johannes Stein andò poi oltre, affermando che il Parzival raccontava in realtà eventi storici reali, camuffati dalla fantasia, per cui molti dei personaggi che venivano nominati nell’opera erano in realtà esistiti davvero, come la figura di Klingsor che altro non era se non Landolfo II di Capua, signore del luogo e fervido praticante di magia nera.

Suggestionato da questa storia, poiché era un amante del Parzival, Hitler negli anni che precedettero la II Guerra Mondiale inviò a Caltabellotta Dietrich Eckart, grande esperto di occultismo, al fine di trovare il Santo Graal visto che era considerato dal dittatore il mezzo attraverso il quale appropriarsi di un potere immenso.

Le Forze del Bene a Caltabellotta

Per fortuna, però, secondo la leggenda a Caltabellotta ci sarebbero anche le forze del bene che si radunano intorno al Santo Graal e sarebbero tante le prove di ciò che si possono scovare in diversi angoli del borgo.

Ad esempio, nella Chiesa Madre era presente fino al 1968 un affresco che rappresentava proprio il Santo Graal stretto nella mano di un santo, poi andato distrutto nel violento terremoto di quell’anno. Inoltre nelle grotte dell’eremo di San Pellegrino di Caltabellotta ci sono due caverne, il Bene e il Male, e in una delle due è raffigurata una donna che beve il sangue sgorgato dal costato di Gesù e raccolto in una coppa.

Come è possibile arrivare a Caltabellotta

Per arrivare a Caltabellotta e cercare le tracce del Santo Graal, è necessario da Palermo e da Trapani prendere la A29 e poi proseguire sulla SS386 oppure sulla SS115.

Chi proviene da Catania, invece, utilizzerà l’A19 per poi proseguire con le precedenti strade statali.

Caltabellotta è interessata anche da un servizio di bus locali, fornito dall’azienda ATS mentre per quanto riguarda i treni, non ha una propria stazione ma si può raggiungere quella più vicina di Castelvetrano e poi da lì proseguire con il servizio di bus.

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