La leggenda del Castello di Pietraperzia

Nel cuore della Sicilia, in provincia di Enna, sorge il piccolo borgo gioiello di Pietraperzia. Si erge a 476 mt di altezza su uno sperone roccioso che domina la bella valle del fiume Salso e, come dimostrano le pre-elleniche tombe a grotticella presenti nelle cavità rocciose ai suoi piedi, sorge in un territorio abitato sin da tempi antichissimi.

Non a caso il nome del borgo siciliano deriva da Petri Pirciari, che significa appunto pietre traforate.
Qui sacro e profano si fondono, tra sentitissime feste religiose come il rito pasquale de Lu Signuri di li Fasci e leggende cariche di tragedie, come quella che riguarda l’ormai perduto Castello Barresio di Pietraperzia.

L’antico Castello Barresio a Pietraperzia

Trovandosi oggi al cospetto delle vestigia del Castello di Pietraperzia, si fa fatica a credere che questa diroccata costruzione rappresentava in passato una delle più eleganti dimore di tutta la Sicilia. Il castello porta il nome della sua storica famiglia proprietaria, ossia i Barresi: nonostante il nucleo originario risalga al 1060, la sua immagine più grandiosa è legata a Giovanni Antonio Barresi. L’uomo infatti volle regalare a sua moglie, Laura Sottile, una residenza sontuosa e ricca.

Si narra che il Castello di Pietraperzia contasse ben 365 camere, tante quanti sono i giorni dell’anno: pare poi che le stanze fossero distribuite su quattro piani (quattro come le stagioni) e che dalle eleganti mura merlate del castello svettassero 12 torri, tante quante sono i mesi.

Incuria e terremoti hanno reso il castello ormai un rudere dall’alto di una rocca rocciosa alta 549 mt di altezza che sovrasta la valle del fiume Imera. Prima incantava chi aveva la fortuna di scorgerlo, nonostante la fortezza avesse avuto già una storia travagliata: si pensi infatti a quando nel 1283 i Barresi, dopo essersi schierati con gli Aragona contro i D’Angiò, gli si rivoltarono poi contro portando gli stessi aragonesi a distruggere il castello. Solo nel 1320 i Barresi riuscirono a riottenere il feudo di Pietraperzia e, con esso, il dominio sul castello.
Dell’antico splendore non resta più nulla, se non il merlato torrione Corona del Re, la trecentesca torre quadrangolare voluta da Abbo IV Barresi e qualche bastione che punteggiava le mura lunghe più di 1 km. Alla luce della leggenda che lo avvolge, il Castello Barresio ha oggi una sua bellezza, remota e sinistra, tutta da scoprire.

La leggenda di Pietraperzia e del suo castello

Come quasi ogni castello nel mondo, anche quello di Pietraperzia ha la sua triste leggenda, che viene collocata all’incirca nel corso del regno di Federico II di Svevia (dunque tra il 1194 e il 1250).

I racconti narrano che un giorno tre fanciulle decisero di introdursi nelle segrete del Castello, con la speranza di trovare un tesoro o comunque qualche oggetto di valore. Essendo le prigioni molto ampie ed estese, le donne portarono con loro una candela ciascuna e uno spago: questo filo le avrebbe permesso di intrufolarsi nel buio delle segrete senza perdersi.
Le fanciulle diedero vita a una sorta di processione di luce e per un po’ le cose procedettero lisce: ad un tratto però una delle donne fu distratta da un luccichio in un angolo buio e la candela che recava in mano incendiò lo spago che la legava alle altre donne. Senza più il loro “filo d’Arianna”, le tre fanciulle rimasero nelle segrete del Castello Barresio senza poterne più uscire: essere a conoscenza di questa leggenda, rende i ruderi di questo castello dal grandioso passato ancora più sinistri, pensando magari alle anime disperate di quelle donne sepolte vive nei sotterranei.

Pietraperzia custodisce molte altre leggende, oltre a quella del Castello Barresio e una di queste riguarda il Santuario della Madonna della Cava, situato nell’omonima contrada di campagna. Si dice infatti che la chiesa sia nata sul luogo in cui nel 1223 un giovane pastorello muto ha rinvenuto, in una grotta, l’effige della Vergine apposto sulla pietra. Appena ebbe la visione, il pastore riacquistò la parola e corse ad avvisare la cittadinanza di Pietraperzia e i sacerdoti: tutti cercarono di prelevare in qualche modo il miracoloso dipinto, ma ad ogni sforzo l’effige si rompeva, ricomponendosi subito dopo. Fu il segno divino che l’immagine della Madonna doveva rimanere in quel luogo, dove difatti in seguito fu eretto il santuario.

Chi vuole visitare il Castello Barresio ammantato dalla triste leggenda delle tre fanciulle sepolte, non deve fare altro che raggiungere Pietraperzia, magari optando per il periodo della Settimana Santa godendosi così il suggestivo rito de Lu Signuri di li Fasci.

© Immagine di Antonio Francesco6162, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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