Il fantasma del Castello di Caccamo, tra congiure e tesori

Nel cuore della bassa Valle del Torto sorge il piccolo borgo di Caccamo, situato all'ombra del Monte San Calogero (noto anche come Eurako) a 521 m. di altezza.

Ciò che rende interessante questa cittadina, distante poco più di 47 km da Palermo, è il suo Castello, considerato uno degli esempi di architettura medioevale più importanti di tutta la Sicilia e d’Italia. La fortezza sorge scenograficamente in cima a una rupe, alle falde del Monte Rotondo e domina la Diga Rosmarina e la Valle del fiume Leonardo.

Fantasma del Castello di Caccamo: leggende e storie di congiure

La storia documentata del Castello di Caccamo inizia nel 1094 quando Goffredo de Sagejo ottiene l’omonimo feudo quando raggiunge la Sicilia col normanno Ruggero. Dopo 50 anni circa, Caccamo passa ai Bonello, con i quali la fortezza viene restaurata a tal punto da diventare pressoché inespugnabile.
Ai Bonello seguirono poi nel XIII secolo i Chiaramonte, gli Amato (i quali trasformarono in castello in dimora signorile) e poi i De Spuches: merita a tal proposito una menzione Don Giuseppe, marito della poetessa Giuseppina Turrini Colonna, il quale rese la fortezza un importante centro culturale.

La storia del Castello di Caccamo però è intrisa anche di mistero e una delle più suggestive leggende che riguarda questo luogo si colloca nel periodo in cui il Castello era nelle mani dei Bonello. Famosa è la Congiura dei Baroni del 1660, il cui promotore fu proprio Matteo Bonello. L’uomo progettò, assieme ad altri cospiratori, di fare un agguato a Maione da Bari, primo ministro del re Guglielmo I. L’imboscata inizialmente funzionò, causando la morte di Maione da Bari e la cattura del sovrano: il popolo però, alla notizia del rapimento, insorse e liberò Guglielmo I.
Matteo Bonello allora trovò rifugio nel Castello di Caccamo e questo nascondiglio si rivelò sicuro per il ribelle, dimostrandosi davvero impenetrabile. Solo l’inganno portò la vittoria al re, il quale fece credere al Bonello di essere stato perdonato, portandolo così ad uscire dal castello e ad essere poi catturato.
Terribile fu la vendetta di Guglielmo I, che torturò il Bonello, tranciandoli di netto i nervi dei talloni e cavandogli gli occhi.
Si narra che il fantasma di Matteo Bonello si aggiri ancora oggi tra le stanze del Castello, in cerca di quella pace che in vita gli è stata privata violentemente da Guglielmo il Malo.

Lo spettro della monaca nel Castello di Caccamo

Probabilmente il fantasma di Matteo Bonello ama sostare nella Grande Sala dove mise appunto la sua congiura ai danni del re, oltre ad aggirarsi magari in quelle prigioni che lo hanno visto in ceppi e sottoposto a terrificanti torture: visitando le carceri è possibile ancora scorgere le scritte lasciate sui muri dai detenuti, disperati e senza speranza.
In ogni caso questa camera è una degli angoli più belli del Castello, assieme alla sala da pranzo impreziosita da affreschi e mosaici pavimentali, il teatro e la Sala d’Armi, dove sono esposte spade e scudi di guerra.
All’esterno invece si possono visitare il corpo di guardia, le scuderie e poi la piccola cappella privata, adiacente a una terrazza panoramica. A proposito di chiesette, non si può non citare un’altra leggenda che ammanta il Castello di Caccamo e riguarda una suora. Si narra che ogni notte di luna piena, allo scoccare della mezzanotte, lo spettro di una monaca dalla veste bianca compaia tra i corridoi del castello con un melograno in mano. La leggenda vuole che chiunque incontri questo fantasma nel Castello di Caccamo e riesca a mangiare il rosso frutto senza mai sfiorale la mano, riuscirà a trovare un ricco tesoro.

I dintorni del Castello di Caccamo

Il Castello non è però l’unica attrazione di Caccamo: merita infatti una visita il Duomo di San Giorgio in Piazza Duomo: all’interno di questo edificio di culto sono conservate opere d’arte come un dipinto fiammingo di Mathias Stomer, un Trittico raffigurante la Vergine con Bambino e un fonte battesimale attribuito al grande scultore Domenico Gagini.
Altrettanto belle sono la Chiesa dell’Annunziata con la sua Scalinata di San Giuseppe e la Chiesa di San Benedetto alla Badia: nonostante quest’ultima appaia all’esterno semplice e sobria, al suo interno sono conservati pavimenti in maiolica e stucchi del Sanseverino.

Ogni castello che si rispetti ha le sue leggende e quello di Caccamo non fa eccezione: gli amanti di storie di spettri senza pace non possono non raggiungere questo borgo del palermitano, con l’opportunità di scoprire anche il suo patrimonio storico e artistico.

© Immagine di Pequod76, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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