I tre misteri sul Castello di Aci Castello

Alcune delle più belle località della Sicilia sorgono sul suo versante orientale: si pensi ad esempio a Siracusa, Marzamemi, Taormina e Catania.

Proprio nella provincia catanese, affacciata sul Mar Ionio, sorge Aci Castello: si tratta di un borgo letteralmente leggendario, ricco di storia e di luoghi spettacolari, le cui origini si fondono con la mitologia.

Aci Castello domina, con la sua frazione Aci Trezza, la bellissima Riviera dei Ciclopi, il cui nome rimanda alla leggenda di Polifemo che, adirato con Ulisse, cerca di affondarne la nave scagliando su di lui mastodontici massi, oggi divenute isole laviche che punteggiano il mare turchese. Simbolo di Aci Castello è la sua Rocca, un luogo carico di storia interessato da racconti a volte spettrali, i quali contribuiscono a renderlo ancora di più un luogo tenebroso e misterioso.

Storia del Castello di Aci Castello

La fortezza di Aci Castello sorge in cima a un isolato promontorio di roccia lavica a picco sul mare: la sua posizione lo ha reso un luogo perfetto per controllare il territorio circostante e sin dall’epoca greca esisteva qui una sorta di luogo di avvistamento. Quando nel 902 l’emiro Ibrahim conquista gran parte della Sicilia e si avvicina all’antica Aci Castello, i cittadini cedono subito agli arabi, pagando loro una gizha in cambio di protezione. Ibrahim rase però al suolo il castello, ricostruito poi da Al-Moez nel 909 sullo stesso luogo.

Quello che oggi si vede della fortezza di Aci Castello è di epoca normanna, legato quindi a figure come Ruggero d’Altavilla e Roberto il Guiscardo.
Il Castello passò in seguito in mano ai vesvovi, diventando il primissimo luogo che accolse le sacre reliquie di Sant’Agata, provenienti direttamente dalla città di Costantinopoli.

Fu teatro delle aspre lotte tra gli Angioini e gli Aragonesi, fino a diventare nel ’50 una terribile prigione: i detenuti qui vivevano in condizioni pietose, morendovi spesso, dimenticati da tutti.

Dopo essere stata danneggiata dal devastante terremoto del 1693, la Rocca di Aci Castello divenne anche rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale: dal 1985 è sede del Museo Civico di Aci Castello, dove sono custoditi minerali provenienti da tutta la Sicilia, antichissimi reperti ossei e oggetti legati alla vita quotidiana dell’uomo preistorico.

Curiosità su Aci Castello: storie di prigionieri e di fantasmi

Come ogni castello, anche la Rocca di Aci Castello ha le sue oscure leggende, come quella del cacciatore che, aggirandosi nei territori circostanti la fortezza, si imbatte in una gazza. La uccide, ignorando che fosse un animale di proprietà del crudele governatore del Castello.

Quando quest’ultimo lo venne a sapere, lo fece imprigionare e il cacciatore rimase in carcere per 13 lunghissimi anni. Un giorno giunse alla Rocca il Gran Duca di Massa che udì una dolcissima melodia provenire dalle segrete: era proprio il cacciatore a cantarla e quando il nobile venne a saperlo, chiese l’immediata liberazione dell’uomo.

La Rocca di Aci Castello pare poi sia infestata da fantasmi e presenze luminose: non sono poche infatti le testimonianze che confermerebbero la presenza di questi spettri, regalando al castello un’atmosfera ancora più magica e sinistra.
Famosa è la storia raccontata dal vecchio custode del Castello di Aci Castello: egli infatti afferma di aver visto, all’interno di una stanza, un gruppo di figure incorporee che parevano molto simili ad antichi guerrieri, intenti a fare la loro vita nella fortezza, quasi ignari della presenza di vivi nell’edificio.

Molto più terrificanti sono invece le testimonianze di un gruppo di impiegate del comune di Aci Catello, le quali si ritrovarono a lavorare fino a tardi nella Rocca. All’improvviso le tre donne furono interrotte da rumori sinistri, simili allo strisciare di pesanti catene sul pavimento. I lamenti che ne seguirono, a dir poco raccapriccianti, portarono le impiegate a fuggire all’istante dal Castello, senza rimetterci mai più piede.

Nonostante a molti questi racconti possano sembrare solo storie create per suggestionare i più timorosi, è bene ricordare che lo stesso Giovanni Verga, nella sua raccolta Le storie del Castello di Trezza, cita proprio i fantasmi della Rocca.

Chiunque sia appassionato di letteratura e di storie di fantasmi, non può non visitare Aci Castello, la città siciliana dove Giovanni Verga ha ambientato uno dei suoi romanzi più celebri, ossia I Malavoglia e dove la Rocca si impone come monumento simbolo, carica di storia e di sinistre leggende.

© Immagine di Eduardo M. from Nice, France, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

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