Cosa vedere a Sambuca di Sicilia, il borgo dei borghi

Quando si organizza un tour alla scoperta delle bellezze della Sicilia, si inseriscono inevitabilmente tappe e luoghi famosi come ad esempio Siracusa, Taormina, le saline di Trapani, Palermo e la splendida Valle dei Templi nell'agrigentino.

Proprio nella provincia di Agrigento si nasconde uno dei paesi più belli non solo della Sicilia ma anche di tutta Italia: si tratta di Sambuca di Sicilia, dichiarato nel 2016 Borgo dei Borghi e sito nel cuore della Valle del Belice. La bellezza di Sambuca di Sicilia è legata alla sua storia antichissima, le cui memorie sono ancora ben impresse nel borgo, tra quartieri storici e aree archeologiche tutte da visitare.

Alla scoperta di Sambuca di Sicilia, il borgo più bello d’Italia

Sambuca di Sicilia si trova a circa 89 Km da Agrigento, su un colle a 350 m. di altezza, circondato da una fitta boscaglia e da rilievi quali la Montagna Grande, il Pizzo del Corvo e il Monte Adranone. In cima a quest’ultimo c’è un importante sito archeologico con le vestigia risalenti ad almeno il IV a.C.: il territorio, in passato chiamato Adranon, fu abitato da greci, sicani, cartaginesi e romani, con tracce di ognuna di queste antiche civiltà. I reperti qui rinvenuti, tra cui vasi del V secolo e un’incantevole statua raffigurante Demetra dalle belle chiome, sono oggi conservati a Sambuca di Sicilia, nel patrizio Palazzo Panitteri sede del Museo Archeologico del borgo.

Non lontano da Sambuca di Sicilia ci sono poi la Riserva Naturale del Monte Genuardo, visitabile a piedi oppure in mountain bike e il Lago Arancio. Quest’ultimo è un bacino lacustre artificiale sito nella Valle dei Mulini, meta di uccelli migratori e tappa imperdibile per ammirare i resti della Fortezza di Mazzalakar, le quali emergono quando il livello delle acque si abbassa. Chi visita il Lago Arancio può anche organizzare escursioni alla volta delle belle Gole della Tardara, scavate nei secoli dal fiume Carboj.

Le origini del nome Sambuca di Sicilia sono dubbie: c’è chi pensa sia legato alla forma dell’impianto urbanistico che ricorda l’antico strumento musicale della sambuca. Altri invece pensano sia semplicemente legato alla presenza di piante di sambuco nel territorio circostante. Molto accreditata è poi la teoria dell’origine dall’arabo Zabut, nome del castello fondato da Al-Zabut, nel corso della dominazione araba in tutta la Sicilia.
Aggirarsi per le stradine di Sambuca di Sicilia significa fare un salto indietro nel tempo, tra palazzi in chiaro stile barocco, chiese antichissime e quartieri che rimandano alla presenza degli arabi.

Sambuca di Sicilia: cosa vedere

La zona più caratteristica di Sambuca di Sicilia è il Quartiere Saraceno, una piccola kasbah dove si susseguono piazzette, archi, cortili e i Sette Veneddi, antichi vicoletti di epoca saracena. Nel quartiere, in occasione della ricostruzione avviata dopo il terremoto del 1968, sono stati rinvenuti, nei sotterranei del borgo, molti resti umani: forse per questo si dice che la Via Fantasma sia infestata dallo spettro di un guerriero arabo che non trova pace.

Nel Quartiere Saraceno meritano una visita la Chiesa del Rosario ricca di tele settecentesche e la bella Chiesa Madre risalente al XV secolo, sita in Piazza Baldi Centellis: spiccano la sua facciata in pietra tufacea e il bel campanile con la guglia ricoperta di maioliche colorate. La Chiesa Madre sorge dove un tempo si ergeva il Castello di Zabut ed è affiancata dalla Terrazza Belvedere, dalla quale la vista spazia sui sottostanti vigneti dai quali si produce il Sambuca di Sicilia DOC, sulla Valle del Belice e, nelle giornate più limpide, anche sui Monti Sicani. Presso il Belvedere ci sono delle colonne, in memoria dei riti della Settimana Santa che si svolgevano con l’intensa partecipazione di tutta la popolazione.

Uscendo dal Quartiere Saraceno e dirigendosi verso Corso Umberto I, si può visitare la cinquecentesca Chiesa del Carmine, all’interno della quale è conservata una pregevole statua raffigurante la Madonna dell’Udienza, attribuita con tutta probabilità al Gangini.

In Corso Umberto I si trova anche il Teatro Comunale eretto nel XVIII secolo: è un piccolo gioiello con tanto di cupola schiacciata, un vasto palcoscenico e tre ordini di palchi.
Prima di lasciare Sambuca di Sicilia non si possono non assaggiare i dolcetti tipici, ossia le Minni di Virgini, ideati da suor Virginia nel 1725 per volere della marchesa di Sambuca: sono paste ripiene di cioccolato, crema al latte e zuccata, ricoperte poi da una dolcissima glassa. Anche Tomasi di Lampedusa le ha lodate ne “Il Gattopardo”, definendole “impudiche Paste delle Vergini”.

© Immagine di Leop81 at it.wikipedia, Public domain, via Wikimedia Commons

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