Capaci: tra leggenda e storia

Capaci, vicino Palermo e Mozia: un binomio che affonda le sue radici in un remoto passato dove la storia si confonde con la leggenda.

Le origini di Capaci

Pare che il nome Capaci derivi dalla frase latina Caput-Capitis aquae, inteso come sorgente d’acqua a riprova che un tempo il territorio era caratterizzato dalla presenza di numerose falde acquifere che aiutavano lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione. Ipotesi tutt’altro che peregrina come testimoniato dal catino della Quarara in località La Portella.

Si tratta di un territorio che fino dall’epoca del paleolitico superiore è stato abitato grazie alle favorevoli condizioni di cui disponeva.

La Capaci di oggi tuttavia trae originaria nascita agli inizi del Cinquecento proprio sotto la Montagnola Santa Rosalia come si evince anche dalle fondamenta risalenti a quel periodo facenti parte della Chiesa Madre che accolse una piccola comunità di fedeli.

Tornando alle origini di Capaci possiamo trovare una menzione storica nel V secolo a.C. dallo storico Tucidide quando, parlando di Mozia, afferma che questa cittadina si trovava nelle vicinanze del podere di Capece.

Questo significa che l’origine di Capaci è strettamente connessa con la vicina Mozia che gli storiografi indicano essere ubicata su di una piccola isola a settecento passi dal lido con il quale era collegata da un istmo.

Capaci e la temibile Mozia

Ci si riferisce a Mozia come una sviluppata cittadina avente una significativa importanza strategica sia a livello commerciale che militare, sorta intorno all’VIII secolo a.C. e scomparsa improvvisamente nel 397 a.C. forse per mano degli ateniesi in quanto considerata una minaccia per i loro commerci.

C’è una supposizione che riporta la scomparsa alla vicina Carini (Ikkara) un agglomerato abitato dagli autoctoni Sicani, ostili a Segesta per i quali gli ateniesi intenzionati a ricevere i loro favori, mossero guerra a questa città. Probabilmente questa è l’origine della fine di Mozia e, quasi certamente, l’inizio di Capaci che nacque nel periodo immediatamente successivo alle guerre peloponnesiche che provocarono un ovvio riassetto politico del territorio.

Tuttavia c’è anche una versione che dice che Capaci ebbe un origine totalmente araba risalente all’anno Mille proprio mentre era in essere la dominazione islamica durante la regnante dinastia dei Kalbiti che rimasero dal 948 al 1040 a capo di molti territori della Sicilia anche se è possibile obiettare che, attraverso i reperti archeologici ritrovati sul territorio è più lecito propendere per una preesistente civiltà dalle greche origini.

La Capaci turistica

Oggi Capaci, distante solo 18 chilometri da Palermo, è una località che offre al turista diversi spunti per essere esplorata ad iniziare dalla seicentesca Chiesa Madre in stile barocco e caratterizzata da una imponente scalinata a tenaglia al cui interno si trovano molte opere d’arte come la volta affrescata dal Tresca nel Settecento e da altre tele riconducibili alla sua scuola. Notevole anche la cinquecentesca statua lignea di Sant’Erasmo della scuola del Gagini.

Da non perdere neppure la Chiesa di San Rocco risalente al Settecento anch’essa sede di numerose opere d’arte tra le quale diverse statue lignee del XVIII e XIX secolo.

Da ammirare anche il Palazzo dei Conti Pilo, oggi sede del Municipio, costruito sui resti di un cinquecentesco castello durante il Settecento.

Concludendo su Capaci

Occorre tenere ben presente il fatto che sono stati trovati dei primitivi stanziamenti in questo territorio che determinano oggettivamente che lo stesso fu abitato sin dall’antichità da popolazioni autoctone ma anche da quelle arrivate sull’isola e che hanno creato i presupposti storici di Capaci. Infatti a partire dai fenici per continuare con cartaginesi, greci, romani, arabi e via dicendo, ogni dominazione ha lasciato un indelebile segno a Capaci, pur rispettando quanto già in essere e, quindi, evitando di sostituirsi resettando quanto ereditato in passato ma implementandone la civiltà.

Per terminare, Capaci e Mozia furono effettivamente due realtà tra loro in qualche modo connesse come dice la leggenda oppure sono solamente delle supposizioni che non trovano oggettivo riscontro nella realtà in quanto non degnamente documentate? Questa domanda resta ancor oggi insoluta ma nell’immaginazione, tutto è possibile. In fondo è sufficiente soffiare sulla polvere della storia per avere una visione più chiara di ciò che è stato. Non è vero?

© Immagine di Federico Patti from Palermo, Italia, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

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